#iosonocomete, la campagna dell’OGI oltre il 25 novembre
Luigi D’Ambra
– Da anni l’Osservatorio Giuridico Italiano, il cui presidente è il noto psichiatra e criminologo Alessandro Meluzzi, realizza progetti solidali volti ad informare, sensibilizzare e tentare di prevenire la violenza sui più deboli. Quest’anno, attraverso una campagna che sta spopolando sul web, migliaia di donne, uomini, gruppi di persone, manifestano il loro desiderio di cambiamento attraverso una frase: io sono come te, postata sui social attraverso un cartello. Molti si sono attivati in tal senso, scuole, vip come il Presidente del Torino Calcio Urbano Cairo, il comico Enrico Beruschi, l’ex velina e modella di Striscia la notizia Vera Atyushkina, ed altri noti volti della moda, così come hanno protestato silenziosamente, ma mostrando il loro volto, professionisti di tutta Italia e molti giovani.
Ma che significa la frase “io sono come te” chiediamo all’avvocato Tiziana Barrella, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Giuridico Italiano? “Volevamo una frase semplice e diretta che potesse essere ricordata facilmente ed in cui ci si potesse in qualche modo identificare. Volevamo inoltre mettere in evidenza quanto sia determinante accorciare le distanze del rispetto reciproco, ecco perché io sono come te! Inoltre, questa frase è anche ciò che viene ripetuto in una splendida canzone di due artisti italiani che saranno i testimonial ufficiali della nostra campagna.”
E’ proprio sul video di due artisti italiani che saranno poi montati i fotogrammi che oramai inondano il web, ma l’avvocato Barrella non ci ha voluto svelare altro! L’OGI contribuisce attraverso il proprio impegno sociale, a gridare che è necessario accorciare le differenze e le distanze del rispetto, non solo per un giorno solo, ecco perchè la realizzazione di un video che possa essere guardato per 365 giorni l’anno. IO SONO COME TE, è quindi frutto di una campagna contro la violenza sulle donne che fa parte di un ben più grande progetto di sensibilizzazione ed informazione realizzato attraverso convegni, libri e seminari.
L’avvocato Barrella poi aggiunge: “Da sempre siamo attenti e sensibili alle problematiche generate dalla violenza che può essere di vario genere. Ovviamente quella che fa più paura e che fa maggior breccia nel nostro cuore è quella fisica, quella che esplode all’improvviso e che culmina in tutti quei drammatici eventi che mai i nostri occhi vorrebbero vedere e le nostre orecchie udire: stupri; deturpazioni fisiche; percosse di ogni sorta e poi la morte. Molte donne oggi non possono più parlare, non possono essere testimoni del dramma che hanno vissuto, non possono raccontarci la paura che hanno provato in quel momento e né quali sono stati gli ultimi pensieri che hanno formulato. Di quelle donne, ciò che noi possiamo raccogliere, è solo la testimonianza ed il dolore delle loro famiglie distrutte ed a cui va tutto il nostro sostegno. Purtroppo questo non è un problema recente, sono secoli che si assiste a scenari devastanti in cui, le protagoniste, vengono trattate come oggetti, come bambole di plastica prive di anima da smontare a proprio piacimento; donne vendute come mero oggetto sessuale, bruciate sul rogo, ridotte in schiavitù.
E poi, accanto alle brutali violenze che culminano spesso con la morte delle povere sventurate, esiste anche un altro tipo di violenza, quella di natura psicologica, più sottile, sommersa, che crea danni a breve e lungo termine e che non può essere sottovalutata. E’ una violenza grave che lentamente affievolisce la forza di volontà, le aspettative, che influisce nel modo di relazionarsi con gli altri, nel modo di educare i figli e quindi la nuova generazione”.
Ho avuto l’opportunità di conoscere in questi anni di battaglia molte donne. Ognuna ha una storia a sé, un suo percorso e vissuto, ma la maggior parte di loro, mi ha riferito di aver perso completamente la fiducia in sé stesse. La paura ed il senso di colpa sono le principali emozioni segnalate da tutte; due emozioni paralizzanti che purtroppo, si manifestano in ogni singola sfumatura della propria vita. Molte donne riferiscono che la paura sovrasta ogni piccolo gesto quotidiano della loro vita. Si guardano continuamente intorno, anche se vanno a fare la spesa; molte perdono di vista i loro obiettivi per soddisfare esclusivamente quello dei loro aguzzini; non hanno più famiglia o amici poiché il più delle volte ne sono allontanate; sono inoltre costrette, anche senza la loro volontà, a concedersi ai loro compagni che compagni non sono. Ma la cosa ancor più grave è che la paura le impedisce anche di denunciare; è proprio questo che cerchiamo di stimolare, cerchiamo di essere un bastone ed un faro, volto ad illuminare e sorreggere chi da solo in realtà non è”.
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