Omaggio a Sara Giusti, le sue città sull’acqua invadono il PAN
– Le ha definite “architetture liquide” Enzo Battarra nel suo testo introduttivo alla mostra “Le città sull’acqua”, l’omaggio che sarà tributato dal Pan, il Palazzo delle Arti di Napoli, all’artista Sara Giusti. L’inaugurazione è venerdì 23 marzo alle ore 17. La mostra si presenta come una selezione tematica all’interno della vasta produzione della pittrice, nata a Palermo nel 1906 , ma giunta a Napoli poco più che quarantenne ed entrata subito a far parte della vita culturale partenopea, partecipando attivamente agli eventi cittadini, fino al 2004, anno della sua scomparsa .
Promosso dall’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli, il percorso espositivo prende il titolo dal ciclo di opere forse più rappresentativo di Sara Giusti, in mostra per la prima volta in un allestimento per exempla al Pan.
«Vivono sull’acqua le città di Sara Giusti», scrive il curatore Enzo Battarra. «Vivono di notte, hanno luci irreali, si specchiano nell’acqua e nei sogni. Sono città stratificate, metropoli futuribili, agglomerati urbani che si inerpicano su su fino a coprire colline, fino a sfidare il cielo. Lo skyline è frammentato, ondulante, contrassegnato da vette e picchi. Questi addensamenti abitativi contengono la vita, la custodiscono e la nascondono. Scorre un tempo senza tempo nei vicoli senza sole, nelle pieghe degli edifici. Tutto è nascosto dai fabbricati che determinano la forma della città. E l’uomo non prende forma. L’architettura sì. Ma il paesaggio architettonico è corroso dal silenzio».
Sono affascinanti, dunque, le tempere e i collage di Sara Giusti che nascono a partire dai primi anni Settanta, e si resta anche sorpresi da tutta la produzione grafica di quel periodo. Sono il punto di arrivo di una temperie culturale, di un viaggio interiore condotto nel meraviglioso mondo dell’arte. Lei è stata una donna del Novecento, ha praticamente attraversato tutto il secolo, conoscendo il male del mondo, le dittature, le guerre, i disastri naturali e quelli provocati dall’uomo. Ma ha conosciuto anche il clima delle avanguardie artistiche che hanno caratterizzato i primi decenni del Novecento, respirando aria di Sicilia, la sua Sicilia. E poi il trasferimento a Napoli nel Dopoguerra, quando Partenope trovava energie per riprendere a vivere partendo dalle sue macerie. E in città trovò punti di riferimento in artisti, scrittori e intellettuali che avevano pratica di avanguardia. Fu per lei una seconda giovinezza, anzi fu il prosieguo di una giovinezza che non si è mai arrestata, neanche negli ultimi anni. Mente fertile e creativa, entusiasta nello sperimentare tecniche e linguaggi, Sara Giusti è stata un’artista innovatrice, ma sicuramente anche una donna innovativa.
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