Re Carlo nella Cappella Palatina. Verdone maestro alla Reggia
(Pietro Battarra) – Più che un maestro un re. Carlo Verdone è stato accolto dalla “regina” Piera Detassis sul trono della Cappella Palatina. Così ha avuto inizio il primo incontro di “Maestri alla Reggia 2“, la seconda edizione della fortunata rassegna sui protagonisti del cinema italiano. È un progetto culturale realizzato dall’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” in collaborazione con il magazine di cinema Ciak e organizzato da Cineventi con la direzione artistica di Remigio Truocchio. Il ciclo di eventi quest’anno vede la collaborazione non solo della Reggia e dell’Associazione Amici della Reggia, ma anche del Comune di Caserta e della Camera di Commercio.
Un pubblico straripante, entusiasta, festante e fotografante, formato per la maggior parte da studenti universitari, ha applaudito a lungo l’esibizione dell’attore e regista romano. A introdurre la serata la docente Lucia Monaco, delegata dall’Ateneo alle iniziative culturali. Poi l’intervento del rettore Giuseppe Paolisso. Quindi, il microfono è passato nelle mani di Remigio Truocchio che ha dato brio alla presentazione dell’evento e poi ha ceduto la parola a Piera Detassis, la direttrice di Ciak. È stata lei a dare qualche anticipazione sul prosieguo della rassegna, che continuerà fino a maggio. Il prossimo incontro avrà come protagonista per la prima volta una donna, una “maestra”, l’attrice Margherita Buy.
È stato Andrea Morandi a intervistare Carlo Verdone in un incontro-spettacolo contrassegnato da clip e dal frenetico alzarsi e sedersi dell’attore, pronto a ripetere dal vivo i gesti e le espressioni mutuate dallo schermo. “Questa è la prima manifestazione per i miei 40 anni di attività”, ha annunciato Verdone. “Nel 1977 ho iniziato a recitare nel piccolo teatro Alberichino di Roma, 45 posti a sedere”. E poi ha proseguito svelando un po’ i trucchi del suo lavoro: “A me piace stare con la gente, osservarla. Tutto questo lo porto nei miei film. Anche se la realtà va sempre oltre di noi, siamo sempre superati”. Una riflessione sulla crisi del cinema: “Stiamo vedendo le conseguenze di una rivoluzione”. Il riferimento è all’avvento delle nuove tecnologie che hanno modificato i comportamenti. “Le sale stanno perdendo spettatori, mentre è importante condividere la visione di un film. Davanti a tablet e iPhone si manifesta una tragica solitudine. È un brutto segnale di volontario isolamento, di misantropia. Ecco perché la sala è importante”. Ma sono cambiate molte cose. “Questo è un mondo in cui manca la poesia. Io mi sono formato negli anni Sessanta, gli anni di Pasolini e di Moravia, ma anche di artisti come Festa, Angeli, Schifano. In ogni strada si aprivano piccoli teatri, cinema, sale per concerti. La cultura era dietro a ogni serranda”.
La conclusione è un omaggio di Carlo Verdone alla Reggia: “È stato un privilegio essere in questa sala con un bel pubblico affettuoso”. Gli applausi sono stati scroscianti.
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