Reggia di Caserta, Fausto Mesolella re di luce grazie a Lodola
– C’è anche il gigante luminoso di Fausto Mesollela, tra le sculture di Marco Lodola inaugurate il 13 giugno per la mostra Tempus-Time allestita nella Reggia di Caserta, aperta al pubblico dopo la preview per i giornalisti. Al chitarrista casertano, prematuramente scomparso l’anno scorso, è dedicato anche un testo nel catalogo della mostra a firma di Red Ronnie che scrive: “Sono sicuro che lui è felice di essere il Re di luce a Caserta”.
Alfonso Tramontano Guerritore, amico storico di Fausto Mesolella, e Marco Lodola davanti all’opera dedicata al musicista casertano
La mostra Tempus-Time è una doppia personale degli artisti Marco Lodola e Giovanna Fra. Il curatore è il critico d’arte Luca Beatrice. Strutture collocate ai lati del viale che costituisce l’asse centrale del complesso vanvitelliano. Alte tre metri, in perspex trasparente, che alla sera si accendono di luci, di colori, di vita. A organizzarla sono stati Mary Farina, anche ideatrice del progetto, e Augusto Ozzella, con la collaborazione della galleria Deodato Arte, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale, del Madre – Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee e di Confindustria Caserta. Il finissage è previsto per il 15 settembre.
Sulle pagine nazionali del Mattino Enzo Battarra scrive: “Le ventuno opere di Marco Lodola, neofuturista degli anni Ottanta, sono in buona parte collocate «en plein air» nel Parco, ma altre sono esposte all’interno del palazzo reale, e precisamente nella Sala degli Alabardieri e in quella delle Guardie del Corpo, proprio all’inizio del percorso di visita degli appartamenti storici. E proseguendo si arriva alla Sala del Ramaglietto, dove il pubblico incontra i lavori su superficie di Giovanna Fra, realizzati con foto digitali elaborate soprattutto su tela, alcuni strutturati in forma di polittici”.
«Tempus – Time» è un esplicito riferimento al trait d’union che i due artisti, grazie alle loro opere, creano fra il «tempus», la dimensione temporale legata all’antichità, al classico, e quindi alla storica sede espositiva, e il «time», sintesi del mondo contemporaneo. In pratica, è l’unione tra passato e presente.
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