Street art in Terra di Lavoro, mazzamaurielli invadono Valogno
– Terra di Lavoro, terra di street art. Non si è ancora aperta nella Reggia di Caserta la mostra Room Service, ma ecco chi ha già concluso il suo operato. A Valogno, frazione collinare di Sessa Aurunca, al confine nord-occidentale della provincia di Caserta, Alessandra Carloni ha dipinto sui muri una moltitudine di piccoli folletti con il classico berretto rosso a punta, con l’aria scanzonata e dispettosa. L’incantevole borgo d’arte chiude la stagione estiva con altri murales, questa volta dedicati al mazzamauriello, personaggio folcloristico tradizionale, diffuso un po’ in tutto il sud anche se con nomi diversi in base ai differenti dialetti dei vari luoghi. L’eclettica artista romana ne ha dipinti tanti e tutti colorati proprio accanto alla “Bucolica”, dimora di Dora Mesolella e Giovanni Casale, promotori del progetto “I Colori del Grigio” che va avanti dal 2008 e che sta riscuotendo tanto successo.
Tra luglio e agosto, sono centinaia e centinaia le persone del territorio e soprattutto turisti di passaggio che arrivano a Valogno grazie al passaparola e alla promozione occasionale relativa agli eventi proposti di stagione in stagione. Finalmente a luglio i primi passi. Volontari di Intercultura onlus e delle O.K.A. (Officine Kulturali Aurunke) hanno dimostrato concreto sostegno al progetto. Il vescovo Orazio Francesco Piazza invece ha promesso un catalogo dei murales realizzati da importanti artisti nel corso del tempo, come Salvo Caramagno e Ciro Palumbo.
La street art si diffonde sempre più per recuperare dal degrado le periferie delle città. Valogno non è periferia, ma come tutti i borghi d’Italia anche qui c’è stata una progressiva dispersione di abitanti e perdita di identità. Con i murales Valogno è tornato a vivere, gli artisti presenti per settimane intere hanno coinvolto intensamente la comunità, colorando muri ed anime, risvegliando antiche memorie: briganti, magie, storia risorgimentale e antichi mestieri. Alessandra Carloni ha dipinto in questi giorni il mestiere del falegname, facendo vivere la bottega di “Masto Felice”, con gli attrezzi da lavoro nella sua bottega. Poco più in là i mazzamaurielli corrono, saltano, fanno capriole, vanno in bicicletta o leggono. Un vero spettacolo! Ghiotta curiosità per questo folletto agile, vispo, dispettoso, che si intrufolava nelle soffitte delle case e vi prendeva dimora, divertendosi a spaventare la gente. A rincarare la dose e a contribuire a rendere questo personaggio diabolico e temuto, erano i genitori che l’hanno spesso usato come minaccia per calmare le turbolenze adolescenziali.
Singolare il collegamento segnalato da Giovanni Casale con le marcolfe sui comignoli di pietra che ancora si possono scorgere sui tetti di Valogno. Sono teste o maschere più o meno raffinate, scolpite su un sasso, visibili un po’ in tutta Italia sulle case rurali. Venivano poste oltre che sui comignoli anche sulle facciate e sulle porte d’ingresso. Avevano un carattere chiaramente scaramantico di protezione della casa dagli spiriti maligni e dai nemici in genere. Particolari importanti e originalissimi che caratterizzano l’architettura rurale dell’antico borgo e che non tutti conoscono.
Dora Mesolella e Giovanni Casale vivono felici a Valogno con Pasquale, Valerio e Francesca, i tre figli e non smettono mai di pensare al prossimo da fare per Valogno: un museo, campi estivi per bambini con la Skuola Rikreattiva, altri murales. “L’obiettivo – afferma Casale –è rendere Valogno luogo ideale per il così detto slow-tourism, per riassaporare i saperi e i sapori di una volta, attraverso il turismo lento, sostenibile e responsabile, per scoprire i luoghi rispettandoli, per conoscere Valogno, viverlo e nello stesso tempo custodirlo in quanto patrimonio di inestimabile valore, ricchezza da salvaguardare per il benessere e la crescita comune. Ma, mi raccomando, attenzione ai mazzamaurielli che vi aspettano dietro l’angolo”.
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