Una lezione speciale alla Reggia con l’opera di Kounellis
(Maria Beatrice Crisci) – La maestosa opera di Jannis Kounellis presente nella collezione Terrae Motus alla Reggia di Caserta è stata oggetto qualche giorno fa di una lezione aperta in ricordo dell’artista recentemente scomparso. Un doveroso omaggio ad un protagonista dell’arte povera. L’iniziativa è stata presa dall’Università degli Studi della Campania «Luigi Vanvitelli» d’intesa con la direzione della Reggia. A Gaia Salvatori, docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’ateneo di Terra di Lavoro, il compito di tenere la speciale lezione. A introdurre la serata lo storico dell’arte Vincenzo Mazzarella.
Parlare davanti a un’opera di Kounellis così significativa sicuramente ha portato a ulteriori approfondimenti sulla vitalità dell’arte. “Certo, la lezione è stata anche l’occasione per una riflessione, sempre a partire dai motivi dell’opera conservata in Reggia, sull’idea di quadro e sul modo in cui gli artisti della generazione di Kounellis si rapportavano ad un lavoro a parete”. Gaia Salvatori ha tenuto a precisarlo. E ha aggiunto: “Quest’evento, come altri in passato, rafforza sempre di più il rapporto di collaborazione tra l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, e in particolar modo il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali, e la Reggia di Caserta. Così l’istituzione universitaria partecipa attivamente ai processi di valorizzazione delle collezioni d’arte presenti sul territorio”.
“L’opera nella collezione Terrae Motus – ha sostenuto Gaia Salvatori – è del 1992 e costituisce il punto di arrivo di un lungo percorso iniziato con il gallerista Lucio Amelio nel 1969, all’epoca della Modern Art Agency. Nel 1980 partì la più grande e significativa avventura di Amelio, l’inizio della costituzione della collezione Terrae Motus. Ma alla prima mostra di Villa Campolieto nel luglio 1984 Kounellis non compare. Ma c’è all’arrivo dell’intera collezione nella Reggia di Caserta con la grande opera realizzata con ferri su legno. “Si tratta – ha raccontato la Salvatori – di una sorta di quadreria, una raccolta di immagini scelte, che rimandano alle dimensioni di alcune tele di Van Gogh, ma anche allo sguardo oscurato del ritratto di Apollinaire di de Chirico. Al naufragio e alla catastrofe del terremoto, Kounellis oppone l’immagine positiva della zattera di Géricault. Sembra fare di nuovo appello alla barca da cui era partito per attraversare un percorso di mare, a Napoli, nel 1969”.
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