2 luglio, si celebra la ricorrenza della Madonna delle Grazie
-Con la festa della Madonna delle Grazie, le cui celebrazioni ricadono il 2 luglio, ricorre anche la consuetudine di volgere particolari preghiere alle anime del Purgatorio, raffigurate, secondo la tradizione, avvolte dalle fiamme. È questa un’iconografia antichissima. Marino Niola, docente di antropologia culturale presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, già tempo fa, sostenne che le stesse anime erano da ritenersi “spiriti in pena, concepiti come un popolo un continua sofferenza, preso dalla vita degli uomini sia per la pratica dei suffragi sia per l’attivo scambio simbolico che viene a stabilirsi tra i vivi e i morti in nome della caritas”.
Le opere di carità, intese anche come pratica spirituale, ricevettero un’enorme spinta verso la loro costante diffusione e alla loro continua pratica soprattutto nel Seicento, grazie alle predicazioni che puntualmente venivano promosse dai gesuiti, dai teatini o dagli scolopi. Il linguaggio orale e quello visivo che venivano adoperati dagli ordini religiosi controriformati comprendevano molto la sfera simbolica, fortemente caratterizzata da elementi paganeggianti, la cui natura era, sin dai tempi più remoti, presente nella religiosità partenopea e più in generale in quella campana.
Secondo il tipo iconografico più comune, le Anime del Purgatorio ricevono il latte dalla Madonna, ovvero il refrisco, inteso come metafora della preghiera e concepito come una sorta di alleviamento dall’arsura delle fiamme che avvolgono le stesse anime in pena.
Il latte è la traslazione di un suffragio salvifico che può essere ricondotto all’antica Caritas romana. Allo stesso tempo, la Vergine che allatta è una immagine della misericordia corporale e, inoltre, la lactatio Mariae è strettamente connessa al il simbolismo greco-romano relativo al principio dell’allattamento o della pratica di bere il latte per calmare la sete.
Innumerevoli sono le rappresentazioni della Madonna delle Grazie con le Anime del Purgatorio presenti in molti edifici sacri o musei della Provincia di Caserta. Tra le testimonianze più rilevanti si ricordano le quattrocentesche tavole di Angiolillo Arcuccio, esposte presso il Museo Diocesano di Aversa, la “cona” marmorea tardo cinquecentesca di Annibale Caccavello del Museo Provinciale Campano di Capua e, ancora, il dipinto attribuito a Stefano Sparano stante nella Chiesa di San Francesco a Maddaloni.
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