Alfieri della Repubblica, due giovani casertani tra i premiati
-Ci sono anche due giovani casertani tra i 30 Alfieri della Repubblica nominati dal presidente Sergio Mattarella. Josephine Riccio, 17 anni, di San Potito Sannitico e Giovanni Scialdone, 18 anni, di Vitulazio, in provincia di Caserta. Il 24 febbraio la cerimonia al Quirinale. La solidarietà per la pace è il tema prevalente che ha ispirato nel 2022 la scelta dei giovani. Questa la motivazione per Josephine Riccio: «Per la quotidiana testimonianza del valore irrinunciabile e positivo delle diversità. La sua tenacia è un esempio offerto a tutti per contrastare pregiudizi ed emarginazione. Colpiscono la tenacia e la forza d’animo con cui Josephine, quotidianamente, reagisce alle difficoltà provocate da una malattia invalidante che la costringe sulla sedia a rotelle. La sua condizione non le impedisce di essere una studentessa brillante: attenta e concentrata durante le lezioni, sempre disponibile con insegnanti e compagni di classe ai quali cerca di trasmettere fiducia, speranza e buonumore. Ha scritto poesie sulla parità di genere, esprimendo le emozioni di giovane donna combattiva e forte. Josephine è anche una cittadina “attiva”, impegnata sui temi della legalità, che con passione partecipa a iniziative nel suo territorio. Il suo esempio infonde coraggio e contribuisce a comprendere il valore positivo delle differenze». E questa la motivazione per Giovanni Scialdone, studente del. Liceo Scientifico Pizzi di Capua: «Per avere, senza esitazione, praticato manovre di rianimazione su una persona in arresto cardiaco salvandole la vita. Per la costanza con cui si impegna in un’opera di sensibilizzare sul valore delle manovre salvavita e sulla cultura del soccorso. Giovanni è un ragazzo che si impegna nello studio e che fin da piccolo ha mostrato una vocazione per la medicina e la cura delle persone. A soli 12 anni è intervenuto su una persona in arresto cardiaco praticando manovre di rianimazione, apprese in casa dai genitori, che sono istruttori di tecniche di primo soccorso. Quelle manovre hanno permesso di tenere in vita l’uomo, in attesa dell’ambulanza, e dunque di salvarlo. Da grande Giovanni vorrebbe fare il medico. Nel frattempo si impegna per diffondere la cultura del soccorso insegnando le manovre salvavita, formando altre persone alla rianimazione e all’uso del defibrillatore». Il preside Enrico Carafa sulla pagina fb scrive: «Un grande onore per tutti noi del Pizzi».