Anci-Conai, seminario di formazione al Comune di Caserta
-Si è tenuto stamattina presso la Sala Consiliare del Comune di Caserta, il seminario formativo Anci Conai. Durante la giornata di formazione si è approfondito, attraverso sei moduli, l’accordo quadro Anci Conai quale strumento fondamentale per sostenere le politiche di economia circolare dei Comuni, la normativa nazionale ed europea e le best practice di raccolta e gestione rifiuti. Il seminario, si è aperto con i saluti istituzionali del Sindaco di Caserta, Carlo Marino: «Sul tema del ciclo integrato dei rifiuti è fondamentale un’attività di formazione rivolta in special modo ai giovani. Per questo, insieme all’Anci abbiamo inteso allargare la platea, rivolgendoci non solo ai tecnici e ai dipendenti della pubblica amministrazione ma anche ai ragazzi». Quindi, ha aggiunto: «Una politica di sensibilizzazione sui temi dell’ambiente non può che partire dai più giovani, che rappresentano la classe dirigente del domani. Per questo, ritengo che il mondo della scuola rivesta una straordinaria importanza per la diffusione della cultura della sostenibilità ambientale». Al seminario ha partecipato anche una folta rappresentanza di studenti dell’ITIS – Liceo Scientifico “Giordani” di Caserta, prendendo parte alle diverse sessioni dei lavori. Al seminario, moderato da Carmelina Cicchiello, responsabile Dipartimento Patrimonio, Politiche abitative, Demanio e Ciclo integrato dei rifiuti dell’Anci, oltre al Sindaco Marino sono intervenuti anche il responsabile Progetti speciali di Conai, Fabio Costarella, il Direttore generale dell’Ente d’Ambito Caserta, Agostino Sorà, il Professore ordinario di Impianti di trattamento dei rifiuti solidi dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Umberto Arena, e il Professore associato di Ingegneria Sanitaria-Ambientale, sempre della “Vanvitelli”, Antonio Panico. «Serve un cambio di paradigma, una nuova apertura mentale – ha spiegato l’Assessora all’Ambiente, all’Ecologia e alla Transizione Ecologica, Carmela Mucherino – che porti i nostri territori ad attivare per davvero una economia circolare, ossia un modello di produzione e consumo che implichi una serie di precise caratteristiche, come il riciclo, il riutilizzo, la riparazione, il ricondizionamento, il prestito e la condivisione di materiali. Il rifiuto diventa risorsa, si allunga il ciclo di vita dei materiali e dei prodotti che, una volta terminata la loro funzione, vengono reintrodotti nel ciclo economico generando ulteriore valore e riducendo l’impatto che proverrebbe dai rifiuti. Le priorità restano l’aumento della percentuale di riciclo e l’eliminazione del gap impiantistico sul riciclo della frazione differenziata».
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