Aperto. Collezione privata di Sabato Angiero
Si inaugurerà sabato 25 giugno alle ore 19, con la partecipazione del musicista Antonio Onorato che delizierà gli intervenuti con le note dei suoi brani, il nuovo spazio polifunzionale fortemente voluto da Sabato Angiero e da lui ricavato in un’ampia parte della sua abitazione.
Quello di Angiero sarà uno spazio ibrido, dove ha luogo un superamento, un allargamento dei confini: si va oltre il solito concetto di casa e, allo stesso tempo, si oltrepassano i limiti di significato e significante di una normale galleria d’arte.
Proprio perché sorto in un ambiente casalingo, lo spazio sarà più informale e dinamico di un white cube e, per tali ragioni, sarà in grado di incrementare la convivialità e l’apprezzamento per l’arte: l’avvicinamento all’arte e alle sue molteplici manifestazioni sarà, dunque, lento e personale; ciò permetterà di rapportarsi in maniera diretta e continuativa con le opere oltre che vederle, di viverle come appunto viviamo le nostre case.
Lo spazio sarà strutturato in varie zone: uno spazio espositivo senza alcun fine commerciale, ma pensato e realizzato esclusivamente per permettere e favorire la ricerca artistica di quanti si scontrano con un sistema dell’arte sempre più difficile da gestire; una zona riservata a eventi culturali di ogni tipo (dalla musica alla presentazione di libri); infine, una sorta di “museo dell’amicizia” sulle cui pareti saranno esposti in maniera permanente le opere di tutti quegli artisti con i quali Angiero ha lavorato nel corso degli anni e con i quali ha stabilito amicizie sincere e durature (tra essi Antonello Tagliafierro, Michele Stallo, Piero Chiariello, Massimo Ruiu, Walter Materassi, Renato Parisani, Antonia Ciampi, Angelo Casciello, Enrico Grieco, Laura Finestres, Raffaele Falcone); tutti lavori mai acquistati dall’artista, ma a lui donati dagli amici/artisti in segno di stima ed affetto. Quello di Angiero non sarà, dunque, uno spazio di autoesaltazione del proprio percorso artistico quanto piuttosto un luogo in grado di raccontare le relazioni umane, nel quale si respirerà la cultura e che potrebbe diventare una grande opportunità per lo sviluppo artistico territoriale e non.
L’arte inserita in un siffatto contesto e presentata con le suddette dinamiche abbandona quell’ieraticità tipica degli spazi museali e delle gallerie d’arte tout court, per vivere e confrontarsi con la quotidianità. Tutto quanto si realizzerà in tale spazio sarà proiettato all’interno di una dimensione che è propria di tutti, in un focolare dove non si ha paura di osare. Molto spesso, vedere un’opera in una galleria asettica può suscitare più timore reverenziale che desiderio. Diventa un oggetto irraggiungibile, mentre l’ambientazione domestica la smitizza, la rende reale e non divina e ci rende capaci di instaurare un dialogo alla pari con l’opera stessa e con le dinamiche che ad essa hanno condotto.
Fonte: Comunicato stampa
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