Bambini e autostima, l’importante è premiarli a ogni successo

Bambini e autostima, l’importante è premiarli a ogni successo

Armando Rispoli (psicologo e psicoterapeuta)

– L’autostima è una potente arma per affrontare la vita e non è una caratteristica che si sviluppa automaticamente con la crescita. Siamo portati a pensare che l’autostima dipenda in sostanza dal successo personale. Se abbiamo successo, se le cose ci riescono, saremo contenti di noi e la nostra autostima sarà alta. Se non abbiamo successo, se le cose ci vanno male e non ci riescono, saremo invece scontenti di noi e la nostra autostima si abbasserà. C’è ovviamente una parte di vero in tutto questo, ma si tratta soltanto di una mezza verità. L’esperienza ci dice che le cose non sono così semplici. Infatti, ad esempio, nella scuola è facile osservare come l’autostima possa essere sia bassa che alta indipendentemente dal livello di successo scolastico e/o sociale. In una stessa classe può esserci un bambino che nonostante i suoi successi ha una stima di sé più bassa rispetto a un altro che magari ha difficoltà scolastiche ma altre caratteristiche che lo rendono sicuro di sé. Qual è allora la variabile principale che entra in gioco nel determinare il livello di autostima di un bambino/a quanto di un futuro adulto? Il concetto di Sé di certo rappresenta una variabile fondamentale nella crescita del livello di autostima personale. Il concetto di sé è costituito dall’insieme delle qualità fisiche e mentali dell’individuo, nonché dalla sua valutazione delle stesse. Osservando l’esito delle proprie prestazioni nei contesti più importanti della propria vita, il bambino diventa consapevole dei suoi successi e dei suoi fallimenti e ciò viene a costituire il suo concetto di sé. Esso include quindi l’immagine di sé (come il bambino vede se stesso) ma soprattutto il sé ideale (come il bambino ritiene dovrebbe essere). L’immagine di sé comincia a formarsi in famiglia in seguito al feedback che il bambino riceve dai genitori per quanto riguarda le proprie caratteristiche e il proprio comportamento. L’ingresso nella scuola elementare porta con sé altre esperienze nuove e presto il bambino comincerà sempre più a percepire le proprie caratteristiche interagendo con i compagni e con gli insegnanti. Man mano che si sviluppa l’immagine di sé, il bambino acquisisce anche consapevolezza di un sé ideale costituito dalle caratteristiche che dovrebbe possedere, degli standard ideali di comportamento e delle specifiche abilità che vengono stimate più di altre, come per esempio essere puliti, ordinati, intelligenti. A questo punto il bambino inizia a comparare se stesso agli altri. Possiamo quindi definire l’autostima come la valutazione individuale della discrepanza fra l’immagine di sé e il sé ideale. Il grado di preoccupazione individuale circa questa discrepanza ha una forte risonanza affettiva. In aggiunta, l’influenza dei media diviene un fattore significativo attraverso l’azione delle pubblicità e dei personaggi dello spettacolo che fungono da modelli. Può accadere dunque che, talvolta, il bambino sviluppi una bassa autostima indipendentemente dai propri reali successi o fallimenti, ma basandosi esclusivamente su determinati standard che egli si impone, dalle aspettative che gli altri hanno su di lui. I primi anni di scuola sono quelli in cui maggiormente il bambino costruisce il proprio sé ideale dalle persone significative del proprio contesto relazionale quali insegnanti, genitori e coetanei e queste influenze esterne hanno un’influenza rilevante sullo sviluppo dell’autostima. La difficoltà nel raggiungere il sé ideale in un unico ambito all’interno del quale un bambino si sente continuamente inadeguato può contribuire alla compromissione dell’autostima globale e influenzare lentamente anche gli ambiti nel quale è maggiormente sicuro di sé. Nell’osservazione dei nostri giovani adulti chiediamoci innanzitutto in quale ambito i nostri bambini stanno investendo maggiormente le loro energie e se stanno combattendo delle piccole battaglie interne per contribuire a crisi familiari (separazioni, lutti, crisi economiche) proteggendo consapevolmente o inconsapevolmente così i genitori dalle loro ansie. Succede spesso che i bambini convoglino tutte le loro energie per risolvere problemi che sono più grandi di loro ponendosi silenziosamente degli obiettivi che difficilmente riusciranno a raggiungere, come ad esempio la riappacificazione di due genitori conflittuali. Queste emergenze creano una dispersione di energie  per i nostri piccoli adulti che di conseguenza diventano inevitabilmente  meno capaci negli ambiti che sarebbero più adeguati alla loro età. E’ chiaro quanto in età infantile che si gettano le basi delle percezioni che si avranno di sé nel corso della vita, per questo è importante valutare, tutte quelle variabili che potrebbero intervenire nella costruzione dell’autostima globale dei nostri piccoli. Nell’osservazione a casa o all’interno della scuola bisognerebbe chiederci se, di solito, gli sforzi per ottenere un risultato sono coronati da piccoli successi, se sono capaci di reagire adeguatamente ai successi e ai fallimenti, se tendono a porsi obiettivi realistici o se, al contrario, i loro obiettivi tendono a essere troppo facili o troppo difficili. Chiediamoci anche se affrontano le situazioni nuove con fiducia o con timore, se appaiono soddisfatti dei loro risultati e delle loro amicizie e se dagli amichetti sono ben accettati o se, al contrario, tendono a rifiutarli.  E’ importantissimo valorizzare tutti quei piccoli successi parziali che i bambini ottengono nel tentativo di raggiungere gli obiettivi ideali che si pongono o che la società pone loro. E’ importantissimo insegnare ai bambini a essere consapevoli delle loro qualità e comprendere se si stanno ponendo degli obiettivi troppo idealizzati rispetto alla loro età. Bisogna sempre premiare i piccoli talenti invece che cercare a tutti i costi di correggere gli intollerabili insuccessi.

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Maria Beatrice Crisci
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Mi occupo di comunicazione, uffici stampa e pubbliche relazioni, in particolare per i rapporti con le testate giornalistiche (carta stampata, tv, radio e web).Sono giornalista professionista, responsabile della comunicazione per l'Ordine dei Commercialisti e l'Ordine dei Medici di Caserta. Collaboratrice de Il Mattino. Ho seguito come addetto stampa numerose manifestazioni e rassegne di livello nazionale e territoriale. Inoltre, mi piace sottolineare la mia esperienza, più che ventennale, nel mondo dell'informazione televisiva, come responsabile della redazione giornalistica di TelePrima, speaker e autrice di diversi programmi. Grazie al lavoro televisivo ho acquisito anche esperienza nelle tecniche di ripresa e di montaggio video, che mi hanno permesso di realizzare servizi, videoclip e spot pubblicitari visibili sulla mia pagina youtube. Come art promoter seguo alcune gallerie d'arte e collaboro con alcuni istituti scolastici in qualità di esperta esterna per i Laboratori di giornalismo. Nel 2009 ho vinto il premio giornalistico Città di Salerno.

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