Benvenuti a Treglia, ecco la piccola Micene di Terra di Lavoro
– Presso l’odierna località di Treglia, frazione del comune di Pontelatone, sorge l’area archeologica dell’antica città di Trebula Balliensis, il cui circuito è tuttora caratterizzato da possenti mura poligonali, risalenti al IV secolo a.C., il cui impianto è in ottimo stato di conservazione
Poco conosciuta è la storia di questo sito, mentre notevoli sono state le attività di ricerca e di studio, effettuate abbastanza di recente e dedicate alle vicende inerenti le dominazioni sia di età osco-sannita che di epoca romana, così come importanti sono state le campagne di scavo condotte, soprattutto, nell’ultimo decennio.
Dal punto di vista iconografico, Trebula è oggi identificabile proprio attraverso la sua suggestiva fortificazione, composta da blocchi in pietra calcarea locale, il cui perimetro, di 1800 metri circa, racchiude un’area di 20.000 metri quadri. Tale cinta è, inoltre, contraddistinta dalla presenza di una monumentale porta di accesso, la cui forma trapezoidale ricorda, nel senso stretto del termine, quella di Micene, meglio conosciuta come Porta dei Leoni.
Sia per la sua posizione strategica sia per la fertilità della sua terra, Trebula,sin dal I secolo d.C., venne considerata fra i centri più influenti dell’impero romano, insieme a Cales, Allifae, Teanum Sidicinum e naturalmente Capua, l’altera Roma.
Civitas Foederata, era considerata dai romani, per la lealtà mostrata a seguito della fine del predominio sannita; mentre pregiato era ritenuto il vino ivi prodotto, così come riportato dagli scritti di Plinio il Vecchio.
Il suo centro era diviso in due zone: quella alta, l’Arx, collocata sul colle Monticelli, e quella sottostante, corrispondente all’abitato sannitico-romano, meglio nota come Corte.
I primi scavi di Trebula vennero intrapresi nel Settecento. Più che indagini archeologiche, si trattò di vere e proprie scorrerie che per mano di sedicenti antiquari dell’epoca, per lo più di origine straniera, comportarono la spoliazione del suo ragguardevole patrimonio di opere e di oggetti databili ai periodi pre-romani e imperiali. Fra gli episodi più noti, si ricordano le esplorazioni clandestine di sir William Hamilton, ambasciatore d’Inghilterra a Napoli al tempo di Ferdinando IV, nonché ideatore del Giardino all’Inglese della Reggia di Caserta.
Del circuito di Trebula, oltre le megalitiche mura, sono visibili anche i resti di altre importanti strutture: del castellum aquae e del complesso termale.
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