Borders, la personale di Italo Mustone al museo Calatia
-E’ per domenica 18 giugno alle 11 presso il Museo Archeologico di Calatia di Maddaloni l’inaugurazione della mostra Borders. e’ questa la personale dell’artista Italo Mustone. La mostra, patrocinata dal Museo di Arte Contemporanea del Sannio, Arcos, presenta in correlazione due periodi della produzione dell’artista, una fase storica che comprende opere dei primi anni ’90 e il lavoro più recente che ha visto la luce negli ultimi anni.
La mostra, a cura di Francesco Creta, si sviluppa su una triplice visione che emerge dall’ambiguità semantica della parola borders in inglese. La prima idea è quella di border inteso come frontiera, infatti l’artista nella sua produzione più recente ha scelto la forma circolare del telaio che diviene in questo modo metafora del mondo contemporaneo; la frontiera non è quindi vista come luogo di separazione ma come spazio in cui il colore si amalgama rappresentando la possibile unione e commistione delle popolazioni.
Secondo spunto di riflessione è il border come limite, un limite che l’uomo moderno dovrebbe comprendere e assimilare nel suo rapporto con il paesaggio: infatti la dinamica di transitorietà della vita umana nella produzione degli anni ‘90 di Mustone si scontra con la persistenza del nostro intervento sul paesaggio naturale. Le vedute, realizzate ormai trent’anni fa, evocano atmosfere distopiche in cui l’elemento naturale scompare sottomesso al progresso industriale, interrogando il fruitore sui limiti da non superare e sulla necessità di porci in armonia con il nostro contesto naturale e storico.
L’ultimo border è il bordo della tela, spazio di analisi di molti artisti della contemporaneità, ricerca del superamento della dimensione bidimensionale dell’opera pittorica; qui le sagome di Mustone diventano moderni pittogrammi preistorici, che si mescolano in impasti di colore perdendo la loro forma originaria e mutando la propria identità in una visione sempre più spersonalizzata divenendo precisa rappresentazione delle teorie della “società liquida”. Questa, come teorizzato da Zygmunt Baumann, indica una “concezione sociologica che considera l’esperienza individuale e le relazioni sociali segnate da caratteristiche e strutture che si vanno decomponendo e ricomponendo rapidamente, in modo vacillante e incerto, fluido e volatile.”, come segnalato dalla Treccani.
La mostra, oltre ad evidenziare aspetti ben delineati della produzione dell’artista irpino, propone un dialogo tra l’antico e il contemporaneo, settori spesso considerati inconciliabili ma che presentano molto spesso linguaggi comuni.
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