Buon compleanno, Barbie! La versione chef è Rosanna Marziale

Buon compleanno, Barbie! La versione chef è Rosanna Marziale

Luigi Fusco

– Fenomeno di massa, ma anche di cultura, icona pop, in quanto umanizzazione dello stereotipo femminile post-bellico, incarnazione della moda contemporanea nelle sue forme più glamour, ma, soprattutto, la bambola più amata dalle bambine, pure quelle un po’ più “cresciutelle”. Altra non è che Barbie, la cui uscita sul mercato americano avvenne il 9 marzo del 1959, il giorno dopo al Woman’s day.

Longeva, ha mantenuto la sua giovinezza superando di poco la sessantina e divenendo, nel tempo, la modella perfetta, inanimata e di plastica, per numerosi stilisti di fama internazionale: da Lagerfeld a Moschino.

Esiste un vero e proprio brand di Barbie che risponde appieno alle mode e alle tendenze che si sono affermate negli ultimi cinquant’anni. Sicuramente attorno le è stata creata un’opportuna strategia di marketing, ma, in particolare, è stata fatta anche un’operazione di tipo sociologico che ha spinto le bambine di ogni generazione a innamorarsi di lei, dei suoi abiti e dei suoi innumerevoli accessori. C’è tutto un universo familiare che gira attorno a Barbie, il cui vero nome è Barbara Millicent Roberts: dalle sorelle Skipper, Stacie, Shelly, il fratello Todd e Kelly, ai genitori, George e Margaret, fino alla nonna Grandma Roberts. Oltre i parenti, nella sua vita c’è l’eterno fidanzato Ken, anch’egli prototipo americano della perfezione mascolina, tutto muscoli, biondo e abbronzato, la cui relazione con Barbie termina nel 2004 per poi riprendere due anni dopo, per quanto, nel mentre, il baldo giovane viene degnamente sostituito dal surfista australiano Blaine.

La Mattel ha strutturato, negli anni, la linea Barbie Fashionistas, la più diversificata e inclusiva sul mercato, caratterizzata da una varietà di carnagioni, colori degli occhi, tipologie di corpo e abiti.

Il successo POPular di Barbie è stato altresì osannato nell’ambito delle arti contemporanee, a partire dalla Barbie Peaches’n Cream realizzata, nel 1984, da Andy Warhol. Tanti altri autori si sono cimentati nella produzione di singolari opere ispirate al mito della bambola della Mattel. Fra i tanti, basti ricordare Dina Goldstein con le foto della serie Dollhouse, in cui Barbie e Ken sono prigionieri di una casa da favola, così come del loro matrimonio patinato, ma, al contempo, vuoto e privo di slanci. Anche Catherine Théry, artista francese, ne ha rielaborato l’icona pop, dandone un’interpretazione in chiave contemporanea e ridefinendola dal punto di vista estetico.

Barbie ha assunto così una nuova dimensione orrorifica e, allo stesso tempo citazionista, divenendo una sorta di emblema della dissacrazione dei linguaggi visivi d’avanguardia e contrapponendosi, contestualmente, all’immagine stereotipata che, tuttora, affascina e attrae milioni di donne, adulte e bambine, in tutto il mondo.

Ma la bambola più famosa del mondo ha anche un forte legame con il territorio casertano. Ricordiamo infatti che la nostra chef Rosanna Marziale, ambasciatrice nel mondo della mozzarella di bufala campana DOP,  dal 2019 fa parte del programma Shero di Barbie, diventando modello di ruolo e ispirazione per le bambine che desiderano intraprendere la carriera di chef. A lei l’azienda Mattel ha dedicato la barbie-chef.

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Luigi Fusco - Docente di italiano e storia presso gli Istituti Superiori di Secondo Grado, già storico e critico d’arte e guida turistica regione Campania. Giornalista pubblicista e autore di diversi volumi, saggi ed articoli dedicati ai beni culturali, alla storia del territorio campano e alle arti contemporanee. Affascinato dal bello e dal singolare estetico, poiché è dal particolare che si comprende la grandezza di un’opera d’arte.

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