Calvi Risorta, il giornalista Silver Mele racconta la sua Cales
-Una serata di rara intensità e di partecipazione totale nella Cattedrale romanica di San Casto a Calvi Vecchia. Perché la finalità che Silver Mele, giornalista e scrittore, persegue con il suo “Cales, il grande oltraggio” è di generare sdegno nella parte benpensante e sopita delle istituzioni. Soprattutto di ridestare un senso di appartenenza tra le popolazioni locali affinché il ricordo delle antichissime vestigia della capitale Ausone non siano definitivamente destinate a soccombere sotto rovi, sterpaglie, immondizia e indifferenza. Notevole il colpo d’occhio dal momento che la Cattedrale si è riempita di gente proveniente da tutti i comuni dell’Alto Casertano.
La giornalista Italia Mele ha sapientemente moderato l’incontro di cui sono stati relatori l’autore, il presidente della Provincia di Caserta e sindaco di Pignataro Giorgio Magliocca, il sostituto procuratore della DDA di Napoli Giuseppe Visone e l’archeologo nonché presidente dell’Osservatorio Internazionale sulle Archeomafie Tsao Cevoli. Un problema di natura familiare ha impedito al magistrato e consigliere comunale a Napoli Catello Maresca di presenziare all’evento. Padrone di casa è stato tuttavia Don Antonio Santillo, il sacerdote innamorato di Cristo e della cultura che attraverso un impegno spasmodico lungo oltre trent’anni ha impedito che il monumento nazionale che gestisce facesse la stessa ingloriosa fine dell’antichissima e vilipesa città di Cales. Don Antonio si è scagliato con un’invettiva dettata dal cuore contro la sordità delle istituzioni al richiamo della storia: “Dov’è il sindaco di Calvi? Dov’è?” ha urlato, rimarcando l’unica assenza tra i sindaci dei comuni che si annoveravano in passato facenti parte del territorio di Cales. Giovanni Lombardi e la sua amministrazione hanno infatti disertato la serata, coerentemente con un operato che ha destinato alle spine la questione archeologica. Oggi anche l’arce medievale, con il seminario vescovile del 1700 e il castello aragonese versano in condizioni precarie.
Ad un senso etico di responsabilità hanno richiamato la cittadinanza Giorgio Magliocca e il magistrato Giuseppe Visone mentre Tsao Cevoli ha utilizzato un’immagine appropriata per render l’idea di quanto il senso di popolo possa davvero fare nel tentativo di recuperare la più negletta e dimenticata delle città antiche della Campania: “Ricordate di Sparta e Atene? – ha detto ad un certo punto Cevoli – la seconda era bella ed elegante, la prima fiera ed invincibile. Allorquando ci si chiedeva dove fossero le mura di Sparta la risposta la dettavano i fatti: Sparta non aveva mura perché chiamate a proteggerla erano esclusivamente le braccia della sua gente”. Quello che dovrebbe essere innanzitutto tra gli abitanti di Calvi Risorta, forse pronti a rinnegare l’esempio malsano degli amministratori attuali per rimboccarsi le maniche e recuperare in parte lo spirito di appartenenza.
Presenti all’evento caleno Vincenzo Russo, sindaco di Pastorano, Imma Mandara, assessore alla Cultura al Comune di Sparanise, Emilio Corrente, vice sindaco di Francolise, Giovanni Scoglio, sindaco di Teano, il barone Sandro Pasca di Magliano, già sindaco di Capua e Antonio Caparco, tra i più operativi sindaci della storia di Calvi Risorta. Sensibili all’iniziativa anche le scuole del territorio: il liceo classico con indirizzo teatrale “Leonardo Da Vinci” di Vairano ha inviato le classi del triennio con le docenti accompagnatrici per un’attività ritenuta formativa mentre il dirigente scolastico del Foscolo di Sparanise Paolo Mesolella ha certificato con la sua presenza l’amore per la storia.
Insomma un richiamo forte che si spera possa essere soltanto il primo per ricompattare la memoria e scongiurare il rischio che Cales si perda definitivamente nella leggenda.
👩💻Comunicato stampa
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