Carlo Borromeo, il santo milanese amato anche nel Casertano
– Nato ad Arona sul lago Maggiore, nel 1538, da una famiglia aristocratica lombarda, Carlo Borromeo è stato tra i protagonisti dell’età controriformata della Chiesa di Roma. Dopo aver compiuto gli studi tra Milano e Pavia, indossò l’abito cardinalizio a seguito della nomina fattagli da Pio IV. In seguito divenne Segretario di Stato residente a Roma, incarico che gli permise di avere un importante ruolo in seno al Concilio di Trento, indetto per contrastare il dilagare delle riforme protestanti.
Negli anni Sessanta del Cinquecento ebbe modo di ritornare a Milano, come arcivescovo, dove diede avvio ad una vera e propria riforma della diocesi. Contestualmente, incominciò ad adottare una vita austera, si preoccupò della formazione del clero con la fondazione di seminari, ma anche di sostenere le attività e le opere di carità svolte dagli ordini religiosi controriformati dei gesuiti e dei barnabiti. Fu poi vicino ai suoi fedeli durante la peste del 1576 prendendosi soprattutto cura degli ammalati.
Il suo culto fiorì dopo la morte, avvenuta il 4 novembre del 1584, mentre la sua canonizzazione venne celebrata nel 1610. La sua fortuna agiografica deve molto anche alla narrazione manzoniana dei “Promessi Sposi”, quando, nel capitolo XXIII, viene descritta la processione delle sue spoglie, indetta dal nipote il cardinal Federico Borromeo, per scongiurare la peste. Protettore del clero, dei catechisti, dei maestri e dei fabbricanti d’amido, la venerazione di San Carlo Borromeo, nel tempo, ha travalicato i confini lombardi fino a giungere in territorio casertano. In particolare, si ricorda la chiesa a lui intitolata presente a Marcianise, innalzata nel Seicento e modificata un secolo dopo grazie gli interventi di Gaetano Barba, autore di ascendenza vanvitelliana. Anche a Sessa Aurunca vi è una chiesa dedicata a San Carlo, dove ha sede l’omonima confraternita custode del gruppo statuario del “Mistero della Deposizione della Croce” che viene portato in processione il Sabato Santo in occasione delle celebrazioni dei caratteristici e tradizionali “riti pasquali” sessani. A Capua, invece, nel Tesoro della Cattedrale si conserva il prezioso reliquiario della “mozzetta di San Carlo”, opera in argento filigranato, con motivi ornamentali composti da volute e foglie, realizzata agli inizi del Settecento.
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