Carnevale, ogni frittella vale! Si festeggia in allegria anche a tavola

Carnevale, ogni frittella vale! Si festeggia in allegria anche a tavola

Maria Beatrice Crisci -È martedì grasso Carnevale, al di là di balli in maschera, scherzi e feste, si esalta con l’opulenza del cibo. Un’occasione perfetta per festeggiare con allegria anche a tavola. In molte tradizioni italiane, questa giornata è seguita da una grande abbuffata di dolci e piatti tipici, prima dell’inizio della Quaresima, che segna il periodo di astinenza. Dunque, la festa più bizzarra, divertente e pazza, colora anche la tavola con piatti legati alla tradizione campana. La provincia di Caserta riesce anche in questa occasione a offrire un’ampia scelta nel pieno rispetto della tradizione, della stagionalità e del territorio, ma anche nel segno dell’innovazione e della ricerca. E se la parola d’ordine è divertirsi, a Carnevale ogni piatto vale. Anche il cibo si maschera, si trasforma. Non è Carnevale se in tavola non impera il dolce per eccellenza di questi giorni di festa, le chiacchiere. Golose, friabili, gonfie sfoglie fritte e zuccherate. Sembrano esplodere nella bocca, scricchiolano in mille frammenti grazie alla loro croccantezza. A fare buona compagnia alle chiacchiere ecco il migliaccio dolce e le castagnole, o il “pastiere” di riso e il sanguinaccio. Viene l’acquolina in bocca per le tante leccornie che si possono gustare in questo periodo. Ma prima del dessert c’è il trionfo in tavola del salato in tutte le sue declinazioni. Una indagine condotta dalla CNA stima che il giro d’affari dei dolci di Carnevale, ammonta a ottocento e passa milioni di euro. Il mercato dei dolci di Carnevale – risulta dalla indagine – è in costante aumento. In quattro anni è cresciuto di oltre un terzo in controvalore, causa anche l’inflazione: la Borsa Merci ha rilevato un’impennata dei costi delle materie prime alla base dei prodotti dolciari.

Si potrebbe dire quindi che “a Carnevale ogni frittella vale”, parafrasando il noto proverbio. Ma non è così, spiegano gli artigiani. Proprio il gusto e la qualità dei prodotti artigianali, infatti, fanno la differenza. Sempre più apprezzata dai consumatori.

Ma quali sono i dolci di Carnevale più apprezzati? Le chiacchiere nelle loro varie denominazioni. Chiacchiere appunto in Lombardia, Piemonte, Campania, Sicilia e quasi tutto il Mezzogiorno. Frappe a Roma e nel Lazio. Cenci in Toscana. Bugie in Liguria. Ciarline in Emilia. Fiocchetti in Romagna. Crostoli in Friuli Venezia Giulia. Fritte della tradizione, al forno o “senza glutine”, magari bagnate nella cioccolata o in altre creme, valgono ben oltre la metà del mercato benché il prodotto fritto senza aggiunte tranne lo zucchero rimanga nettamente il preferito. Le chiacchiere sono diventate insomma il dolce nazionale di Carnevale, come il panettone o il pandoro a Natale, la colomba a Pasqua. Con le chiacchiere solo le castagnole hanno una diffusione, ma più limitata, sovraregionale.

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Luigi Fusco
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Luigi Fusco - Docente di italiano e storia presso gli Istituti Superiori di Secondo Grado, già storico e critico d’arte e guida turistica regione Campania. Giornalista pubblicista e autore di diversi volumi, saggi ed articoli dedicati ai beni culturali, alla storia del territorio campano e alle arti contemporanee. Affascinato dal bello e dal singolare estetico, poiché è dal particolare che si comprende la grandezza di un’opera d’arte.

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