Casertavecchia, scavi archeologici aperti agli studenti
-Ed è proprio in questi giorni che si è dato il via ad un importante iniziativa archeologica che vede come protagonista indiscusso il medioevale castello di Casertavecchia. Promossa dal Dipartimento di Lettere e Beni Culturali della Università Vanvitelli, d’intesa con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Caserta e Benevento e il Comune di Caserta, lo scavo, che terminerà il quattro agosto, prevede la partecipazione attiva degli studenti di tutti gli indirizzi del DiLBeC della Luigi Vanvitelli.
Nata ancor prima dell’anno 1000 d.C. Casa Hirta, (Villaggio Alto), meglio conosciuta con il nome di Casertavecchia, è un delizioso borgo medievale campano dichiarato monumento nazionale da un DPR del 1960. L’allora Presidente Giovanni Gronchi infatti, ne rilevo’ il rilevante interesse storico ed artistico poiché rappresentava un raro esempio di conservazione attraverso i secoli, di una città antica in cui nessuna nuova costruzione aveva mai turbato “ il suggestivo, caratteristico insieme”. Fonti scritte risalenti all’ anno ‘816 d.C. descrivono il borgo situato sulle alture dei colli Tifatini e che oggi conta diverse interessanti strutture architettoniche di alto valore artistico. Fra queste non può non menzionarsi il Castello di cui oggi rimangono solo i resti. Edificato nell’861 d. C. dai Conti di Capua e poi fortificato dai Normanni e dagli Svevi. Oggi purtroppo nonostante il tempo non sia stato generoso nella conservazione della struttura così come era con le sue sei torri, è in ogni caso percepibile la sua bellezza intrisa anche di una storia misteriosa. La leggenda infatti narra di come ancora si aggiri fra le pareti di ciò che resta del castello, il fantasma della contessa Siffridina, che pur non morendo in loco, pare sia rimasta legata al luogo che le fu tanto caro.
Gli scavi promossi, hanno fra le altre cose, il pregio di accendere i riflettori su un prezioso bene della collettività la cui storia va diffusa e resa nota ai più.
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