Cave? No, grazie! Alza la voce il consigliere Enzo Battarra (PD)
– C’è chi si oppone alla deregulation per le cave a Caserta. Fa sentire la sua voce Enzo Battarra, consigliere comunale di Caserta del gruppo consiliare del Partito Democratico. Medico e giornalista, ha subito inteso fare una sua dichiarazione su un possibile attacco all’integrità del suolo, in difesa della salute dei cittadini e dell’ambiente. Questa è una battaglia di civiltà! D’altronde lo stesso Enzo Battarra, in qualità di critico d’arte, ha organizzato in occasione di un Leuciana Festival una mostra dell’artista casertano Crescenzo Del Vecchio che era appunto una denuncia di quanto è stato perpetrato sulle colline casertane.
Ecco le sue parole: “Attività estrattiva. Tornano i tentativi di aggirare le cautele e le minime riserve poste dalla normativa regionale a protezione dell’ambiente e della salute dei cittadini. Questa volta il cavallo di troia ha assunto le forme di un subemendamento alla vigente legge regionale 54/1985, quella che disciplina la coltivazione di cave e torbiere, all’interno del collegato alla legge di stabilità regionale per l’anno 2021. La proposta è firmata dal consigliere regionale Giovanni Zannini, che già in passato aveva assunto iniziative analoghe. In pratica, il consigliere propone di aggiungere nell’articolo 7, che si occupa della “Negazione dell’autorizzazione di nuove cave”, il punto c-ter), avente al centro la disciplina delle cosiddette aree contigue alle aree protette, di cui all’articolo 32 della legge 6 dicembre 1991 numero 394. “Nelle more della eventuale determinazione dei confini di dette aree”, spiega il consigliere, “è vietata l’apertura di nuove cave che siano distanti meno di 500 metri dal perimetro delle aree protette”. Con due importanti “precisazioni”, però: che tale divieto è limitato nel tempo (“non oltre 24 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge”) e soprattutto “fatti salvi i procedimenti per i quali non è stata rilasciata l’autorizzazione estrattiva ma sono stati acquisiti – alla data di entrata in vigore della presente legge – tutti i pareri, nulla osta e atti di assenso”. In pratica un via libera senza neanche l’atto formale dell’autorizzazione. Così sotto il pretesto di regolamentare le “buffer zone”, le zone-cuscinetto tra le aree protette e quelle ordinarie, in realtà si propone la deregulation dell’estrazione. E questo nonostante i ciclopici danni al territorio e ai suoi abitanti che tale pratica ha prodotto nei decenni scorsi, i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti”.
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