Chiesa di Sant’Elena, restauro a firma dell’architetto Specchia
– «L’intervento di restauro architettonico e consolidamento statico della chiesa di Sant’Elena propone come scopo primario il recupero dei valori storico-artistici e architettonici dell’edificio, unitamente al miglioramento delle condizioni statiche, di benessere e salubrità ambientali, intesi come valorizzazione del bene nell’interesse della collettività, da restituire al patrimonio culturale». Lo scrive l’architetto Dante Specchia, progettista e direttore dei lavori di restauro della chiesetta di Sant’Elena, che sorge a poca distanza dalla Reggia di Caserta. Il vescovo di Caserta Pietro Lagnese ha fatto sapere che le pratiche per poterla ristrutturare sono state appena concluse dalla Diocesi di Caserta. Dunque, a breve saranno avviate le procedure per poter realizzare i lavori. Il restauro sarà ottenuto per il 70 per cento grazie al contributo dell’8xmille alla Chiesa Cattolica, che la Conferenza Episcopale Italiana ha messo a disposizione dell’Ufficio Beni Culturali ed Edilizia di Culto della Diocesi.
L’architetto Specchia spiega che «il programma di conservazione prevede quali obiettivi fondamentali da raggiungere il restauro architettonico dell’intero corpo di fabbrica, ovvero l’aula delle assemblee, gli ambienti laterali minori situati al piano terra e al primo piano coperti a volta, la cripta sotterranea, il prospetto principale e il campanile». Così specifica: «L’ipotesi di progetto per il recupero della chiesa di Sant’Elena prevede il recupero della cripta sotterranea, alla quale si accederà dalla sacrestia mediante il ripristino della scala originaria in muratura, attualmente murata a quota pavimento della sacrestia. È previsto il recupero dell’aula delle assemblee e degli ambienti laterali, al primo livello, da destinare a sacrestia e a disimpegno per la scala di accesso alla cripta. Il recupero degli ambienti laterali, al secondo livello, prevede la destinazione a ufficio parrocchiale e a sala riunioni».
I documenti attestano che l’architetto della Reggia Luigi Vanvitelli avesse ottenuto dalla Curia di Roma, per il suo appartamento al primo piano, l’autorizzazione ad aprire un varco, di cui tuttora restano tracce, nella parete confinante con il coretto della chiesetta di Sant’Elena. In questo modo Vanvitelli poteva seguire le funzioni religiose. L’opera di restauro si potrà intraprendere grazie all’interessamento di Confindustria Caserta e in sinergia con il Fai Campania.
Un po’ di note storiche. La duplice denominazione di chiesa di Santa Croce o Sant’Elena deriva dal fatto che la chiesa fu sede dell’Arciconfraternita della “Augustissima Croce, Orazione e Morte”. L’originaria Confraternita della Santa Croce viene fondata nel ‘400 con sede nella chiesa di Santi Augustini Ville Turris Caserte. Successivamente nel 1654, con la conseguente abolizione del convento agostiniano, la Confraternita decide di edificare una chiesa poco distante da quella agostiniana, nell’attuale via Mazzocchi.
Testimonianze relative alla chiesa, derivano anche da alcuni autografi vanvitelliani, datati dal 7 gennaio del 1758 al 21 marzo del 1763, conservati presso la Biblioteca Palatina della reggia di Caserta. Nel 1902, con progetto dell’ingegnere Pasquale Giordano, venne realizzato, a sostituzione della cupoletta a incannucciata dell’aula delle assemblee, un soffitto piano dipinto a cassettoni in chiaro scuro che seguiva le dimensioni dei quadrati della graticola della copertura, lavoro eseguito dal pittore De Core.
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