Civitas Casertana, la prima iscrizione è sulla tomba di Azzone
– All’interno della Cattedrale di Casertavecchia, nell’area a destra del duecentesco transetto, è visibile la lastra tombale del Vescovo Azzone, morto nel 1310. Originariamente, era posta presso il coro dei Canonici; in seguito a una serie di interventi di ristrutturazione della chiesa stessa, avvenuti sia nel Seicento che nel Novecento, la lapide venne più volte spostata per poi essere collocata dove si trova tuttora.
Del personaggio raffigurato è noto che era nato a Parma, dove, nel 1256, era stato canonico del locale duomo. Al 1287 risaliva, invece, la sua nomina a vescovo di Caserta, designata da Papa Onorio IV. Inoltre, ancora in vita era stato definito “Santo” da Carlo II d’Angiò, re di Napoli.
Dal punto di vista compositivo, la sagoma di Azzone è stata resa attraverso una profonda linea incisa sul marmo. Manca in essa una vera e propria caratterizzazione fisionomica; dettagliati, invece, sono stati realizzati i suoi attributi iconografici: il lungo abito talare, il pastorale e soprattutto la mitria cosiddetta “a bustina” corredata di ricami e di infule disposte dietro la nuca.
Attorno alla medesima figura corre, poi, la seguente iscrizione: DE LOMBARDIA QUEM VICTRIX PARMA CREAVIT / ET SANCTUS MICHAEL CASERTA PONTIFICAVIT: AZO PIVS PRAESVL HANC ECCLESIAM RELEVAVIT: MORIBVS ET VITA DOTAVIT ET AMPLFICAVIT / HAC IACET IN SEDE. SED COELI SEDET IN AEDE / ANNO 1310.
Oltre tale iscrizione, sotto i piedi del presule vi è la rappresentazione della medievale Casa Hirta. Trattasi di una raffigurazione stilizzata dell’antico centro casertano, sede della signoria e della curia vescovile, che per quanto “immaginifica” rende appieno l’idea di come era strutturato sia l’impianto urbanistico che quello architettonico. Difatti, sono riconoscibili la cinta muraria, le torri di avvistamento del Castello e l’imponente Campanile della Cattedrale, ma oltre tali elementi topografici ben evidente è l’insegna CIVITAS CASERTANA, da ritenersi quale prima iscrizione attestante il toponimo di Caserta, la cui denominazione ufficiale giungerà soltanto nel Settecento con l’avvento dei Borbone e la costruzione della Reggia.
Docente di italiano e storia presso gli Istituti Superiori di Secondo Grado, già storico e critico d’arte e guida turistica regione Campania. Giornalista pubblicista e autore di diversi volumi, saggi ed articoli dedicati ai beni culturali, alla storia del territorio campano e alle arti contemporanee. Affascinato dal bello e dal singolare estetico, poiché è dal particolare che si comprende la grandezza di un’opera d’arte.
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