Comfort zone, quell’anglicismo che indica piacevole benessere
Emanuela Ammendola (Università di Napoli Parthenope)
– Il sempre più frequente uso di anglicismi nella lingua italiana è un argomento di dibattito sempre acceso tra i linguisti che si interrogano sui percorsi e le evoluzioni dei neologismi e dei prestiti stranieri presenti in italiano. Un esempio a tal proposito è l’espressione inglese comfort zone divenuta di uso sempre più comune nella lingua italiana con un significato sempre più ampio. Utilizzata dal 1996 come marchio per la linea di cosmetici e prodotti per la cura del corpo [comfort zone], l’espressione ha tuttavia avuto risvolti linguistici rilevanti in tempi più recenti. Il primo a parlare di comfort zone fu il teorico del management Alasdair White che, nel testo From Comfort Zone to Performance Management. Understanding Development and Performance (2009), definì con questa espressione la condizione mentale che rende un soggetto capace di agire senza il timore di correre rischi mantenendo costante il livello delle proprie prestazioni. Il Cambridge Dictionary identifica con tale espressione una situazione in cui ci si sente a proprio agio e non ci si sente sotto esame (“a situation in which you feel comfortable and in which your ability and determination are not being tested”, Cambridge Dictionary). Scomponendo l’espressione comfort zone, noteremmo come già da tempo la parola inglese comfort sia entrata a far parte della lingua italiana come prestito integrale. Riportata nel vocabolario Treccani, la parola, che in realtà sembrerebbe derivare dal francese confort (ciò che dà forza, soccorso), indica agio, comodità, anche nel senso di comodità materiali e oggetti. D’altra parte, la parola zone, morfologicamente e fonologicamente vicina al suo corrispettivo italiano (zona), pur non essendo entrata a far parte dei vocabolari della lingua italiana (Treccani), si è diffusa tramite collocazioni come comfort zone, panic zone e friend zone, dando vita in questo ultimo caso ad un vero e proprio verbo largamente diffuso nel linguaggio giovanile: ‘friendzonare’ (Niceforo 2016). La stessa espressione comfort zone, emergendo dal dominio del business e della psicologia comportamentale, si sta consolidando nel linguaggio giovanile e in altri domini del sapere designando una generica sensazione di agio e serenità. Entrata ormai a far parte del linguaggio comune, l’espressione si ritrova in libri e telefilm come nel caso de Il Ladro Gentiluomo (2018), della serie di libri di Alessia Gazzola da cui è tratta la fiction L’allieva (2016-2020). Nel libro e in uno degli episodi della terza stagione della fiction è recitata la frase: “La comfort zone elimina molti sforzi già alla radice, perché l’adattamento è una sfida che spesso perdiamo”.
Sebbene non sia inserita nei vocabolari della lingua italiana, probabilmente anche a causa della rivale traduzione letterale “zona di comfort” (Italofonia), l’espressione comfort zone sembra consolidarsi sempre di più al pari di tante altre espressioni anglofone mirate a sintetizzare concetti che richiederebbero sforzi linguistici maggiori in una lingua più retorica quale è l’italiano.
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