Consapevolezza di Sé, una chiave per il proprio benessere psicologico e relazionale

Consapevolezza di Sé, una chiave per il proprio benessere psicologico e relazionale

Armando Rispoli (psicologo e psicoterapeuta) – In psicologia, con il termine consapevolezza si intende la capacità di essere a conoscenza di ciò che viene percepito dentro e fuori di noi e delle proprie risposte comportamentali. Si tratta di un processo cognitivo distinto dalla sola sensazione e percezione. La consapevolezza di sé è una preziosa competenza trasversale o esistenziale, detta anche soft skill, che ruota attorno alla conoscenza di sé stessi e che si può acquisire e/o allenare nel tempo. E’ in pratica una capacità, tutta umana, di riconoscere e comprendere vari aspetti della propria identità, come ad esempio bisogni e desideri, punti di forza e aree di debolezza, modalità di reazione alle situazioni, emozioni e risposte emotive, abitudini e modelli di pensiero che utilizziamo.

Essa è uno degli elementi più importanti dell’intelligenza emotiva e dà la capacità di comprendere e controllare le proprie emozioni ed azioni e aiuta a capire come questi influenzano le emozioni e le azioni degli altri. Siete proprio sicuri di essere in grado di identificare in modo chiaro, ma soprattutto onesto, ciò che si verifica all’interno di voi e l’influenza che ciò ha sugli altri?

John D. Mayer, psicologo americano che ha contribuito alla definizione del concetto di intelligenza emotiva, ritiene che esistano tre livelli distinti di autoconsapevolezza nei quali ognunosi può riconoscere:

1. L’autoconsapevole – È colui che riesce a percepire le sue emozioni, le elabora e le gestisce al meglio, ricavandone sicurezza e fiducia in prospettiva futura.

2. Il sopraffatto – È parzialmente ignaro delle sue emozioni e questa sua mancanza di consapevolezza lo rende schiavo dei suoi stati d’animo.

3. Il rassegnato – È consapevole delle sue emozioni, le accetta e non mostra alcun interesse nella possibilità di gestirle in maniera più efficace.

L’autoconsapevolezza nasce dall’osservazione di sé ed implica il riconoscimento dei pensieri automatici, delle credenze che influenzano le nostre emozioni, la nostra visione degli altri e di conseguenza il nostro comportamento nel mondo. I pensieri automatici sono piccoli giudizi e considerazioni su di noi e sugli altri, fatti spesso in maniera inconsapevole, superapida e sono alle volte quasi impercettibili. Influenzano direttamente le nostre emozioni, e spesso si presentano come domande o affermazioni del tipo “Io non sono capace di fare questo…!”. Ancora più sottili sono le credenze che in psicologia costituiscono la colonna portante del comportamento umano. Sono quelle convinzioni costruite sulla realtà che nascono a partire dal contesto sociale di appartenenza che fungono da scorciatoie mentali per quasi tutte le situazioni. Pensate a credenze del tipo: “tutti devono accettarmi”, oppure “io sono fatto così e non cambierò” o ancora “devo dimostrare di essere sempre all’altezza”, “se non ho avrò una relazione non sarò felice”, “se non ti telefona significa che non ci tiene a te”, “se non mi sono laureato significa che ho fallito”.  Nel momento in cui ci immedesimiamo, ci fidiamo ciecamente, ci fondiamo con i nostri pensieri e con le nostre credenze, o quelle del nostro contesto sociale, stiamo delegando ad essi il potere di condizionare totalmente la nostra visione del mondo, degli altri, le nostre emozioni, le nostre decisioni ed i nostri comportamenti. Ciò ovviamente ha una forte influenza anche su come ci percepiscono gli altri e su come gli altri vivono le nostre posizioni e i nostri comportamenti che conseguono le nostre credenze. E se invece scoprissimo che quella convinzione è sbagliata? Se fosse possibile cambiare noi stessi a partire dal rendere finalmente flessibile il nostro modo cristallizzato di vedere cose, persone, situazioni? Se possiamo ammettere che sia possibile cambiare le nostre convinzioni limitanti, possiamo anche credere che potremo cambiare noi stessi, le nostre relazioni con gli altri e il futuro. Conoscere noi stessi, essere consapevoli, ci offre delle grandi opportunità in quanto ci permette di vederci in una chiave differente. Ci permette di imparare a fare delle previsioni più ottimistiche sulla vita, sui propri progetti, siano essi personali, relazionali, professionali. Percepire la capacità di poter scegliere situazioni, comportamenti e atteggiamenti più funzionali al raggiungimento degli obbiettivi dona un passo più armonioso nel prezioso cammino della vita.

Di seguito 4 spunti per cominciare a sviluppare consapevolezza:

1 ) Osservate le conseguenze delle vostre emozioni

La chiave per comprendere meglio le emozioni è osservare il loro impatto sugli altri. Ogni tanto bisogna avere il coraggio di vedere gli strascichi delle nostre abitudini disfunzionali sugli altri per poter acquisire la giusta consapevolezza di sé.

2) Avvicinatevi alle emozioni scomode
Al posto di evitare un’emozione scomoda (che vi mette a disagio) faresti meglio a guardarla da vicino con curiosità per donarsi l’opportunità di capire da dove viene esattamente ed imparare a gestirla.
3) Approfondite cosa vi tocca emotivamente

È fondamentale sapere cosa esattamente vi  fa scattare, innervosire, spaventare, dispiacere, così da poter sviluppare l’abilità di mantenere la calma quando necessario. Per farlo non ragionate  in termini generici. Bisogna individuare nello specifico cosa profondamente suscita in voi quelle emozioni negative.

4) Distaccatevi dai pensieri e dalle emozioni

So che è difficile quest’ultimo punto ma  siete voi le uniche persone a  poter prendere l’impegno di smussare gli spigoli della vostra mente smettendo di fondervi con ciò che pensate e provate, per poi scoprire che nulla è definito, predestinato, immutabile, bianco o nero e che ognuno di noi può godere della possibilità di autorealizzarsi e vivere con serenità ed armonia con sè stesso e con gli altri. 

Concludo questo articolo con una celebre frase di LAO TZU che ha segnato profondamente il mio percorso: “Fai attenzione ai tuoi pensieri, perché diventano parole.

Fai attenzione alle tue parole, perché diventano le tue azioni.

Fai attenzione alle tue azioni, perché diventano abitudini.

Fai attenzione alle tue abitudini, perché diventano il tuo carattere.

Fai attenzione al tuo carattere, perché diventa il tuo destino”.

Ecco allora cinque esempi di consapevolezza di sé nelle diverse aree della vita:

  • riconoscere le proprie emozioni. Essere consapevoli dei propri sentimenti e delle emozioni che si manifestano in una relazione amorosa. Questo potrebbe significare riconoscere quando si è felici, tristi o arrabbiati e comprendere le ragioni dietro queste emozioni
  • sapere quali compiti sono svolti bene. Sapere quali attività lavorative che suscitano un senso di soddisfazione e realizzazione personale. Questo consente di indirizzare le energie verso ciò che si apprezza di più e di prendere decisioni basate su interessi autentici
  • ascolto attivo. Essere consapevoli della propria capacità di ascoltare attentamente gli amici, senza giudizio o distrazioni. Questa consapevolezza può aiutare a costruire relazioni più autentiche e significative
  • definire i propri bisogni. Conoscere profondamente i propri bisogni all’interno di una relazione di coppia. Questo implica comprendere cosa è importante per sé stessi e comunicarlo apertamente al partner.

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