Covid-19, il ritorno a casa e la condivisione della vita sul web
Augusto Ferraiuolo – La pandemia sta dettando nuove regole, tra cui quella di un vivere in una continua sovrapposizione tra un reale limitato a piccoli gesti e allo spazio domestico, e un virtuale che diventa sempre di più sostanziale per la nostra vita. Non che prima non lo fosse, ma certamente oggi è estremamente amplificato.
Come possiamo, allora, immaginare di trarre quanto di più vantaggioso possibile da questa radicalizzazione?
Da una lo spazio domestico diventa, paradossalmente, un luogo esotico da riscoprire. Ovviamente, si obietterà, non è cambiato niente, le stanze sono sempre quelle, gli oggetti sono sempre gli stessi, anche se li sposto il prodotto non cambia. Non è così. Se immaginiamo lo spazio abitato come relazionale, c’è una cosa che è profondamente cambiata: noi stessi. E, di conseguenza, cambierà la nostra prospettiva su questo interno così familiare ma, in fondo, così estraneo. Ad esempio, il libro che sta sulla mensola… quante volte in passato è capitato di ricordare come, dove, quando, con chi è stato acquistato? Non sempre intratteniamo con questi oggetti quotidiani un rapporto fatto di memorie, sentimenti, di momenti di vita. Ma un oggetto non è solamente una collazione di carte, o una forma più o meno piacevole. È pieno di vita, la sua e la nostra. Riprendiamoci questi spazi.
A differenza dello spazio fisico, che si comprime nel domestico, il virtuale acquista una dimensione relazionale estremamente più ricca. È quello, di fatto, l’unico luogo dove le persone si incontrano, si scambiano abbracci e affetti. Dove si confrontano, suggerendo idee, passioni, valori. È – il virtuale – lo spazio deputato allo scambio culturale, oggi come oggi. Postare la foto del pranzo cucinato rende partecipe chi condivide il mio social della mia concezione del mondo e della vita, non solo di quante calorie ho ingurgitato e del mio narcisismo di provetto cuoco. Oppure, condividere le ultime avventure del mio compagno a quattro zampe fornisce una lunga serie di informazioni sul mio mondo relazionale, sulle mie gerarchie di valori, ancora una volta sul mio modo di concepire il mondo e la vita. Nel virtuale noi trasmettiamo continuamente un mondo culturale, di cui siamo molto spesso inconsapevoli. L’occasione diventa allora, e ancora una volta, quella di riappropriarsi di questa consapevolezza, e di comunicarla.
Mai come in questo caso, allora, la cultura diventa strumento di sopravvivenza, è un mondo interiore, fatto di valori e passioni, di libertà e creatività, e attraverso internet può e deve essere veicolata verso un esterno da noi.
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