Da Canterbury a Capua, il viaggio di Thomas Becket
-Il 29 dicembre del 1170, l’arcivescovo inglese Tommaso Becket veniva ucciso all’interno della Cattedrale di Canterbury da quattro sicari mandati da re Enrico II. La condanna a morte del presule avvenne a seguito della sua opposizione alla politica di ridimensionato che il sovrano aveva adottato nei confronti dei privilegi ecclesiastici. Il suo omicidio fece, nell’immediato, il giro del “Vecchio Mondo” e dopo tre anni, nel 1173, lo stesso Becket venne canonizzato da papa Alessandro III. La sua santità giunse quasi in contemporanea anche a Capua attraverso l’Alfano di Camerota, arcivescovo della locale diocesi dal 1158 al 1182. Nominato ambasciatore da Guglielmo II d’Altavilla, venne mandato, nell’autunno del 1175, in Inghilterra per negoziare il matrimonio di Giovanna, figlia di Enrico II, con l’obiettivo di creare le condizioni necessarie per stabilire una nuova alleanza tra le dinastie degli Altavilla e dei Plantageneti. Durante il viaggio fu affiancato da Richard Palmer, arcivescovo anglosassone stante a Messina, dal conte Roberto di Caserta e da suo nipote il Gran Giustiziere Florio di Camerota. La trattativa ebbe grande successo e l’anno dopo venne celebrato il matrimonio il duomo di Monreale in Sicilia.
Nel rispetto delle forme di cortesia e di donazioni previste secondo il protocollo del tempo, tra il sovrano inglese e Alfano di Camerota avvenne un vero e proprio scambio di reliquie. Enrico II ebbe in dono il corpo acefalo di San Castrese, santo venerato nella zona di Sessa Aurunca e a Marano di Napoli, che poi diede come regalo di nozze a sua figlia, mentre il vescovo capuano ricevette una reliquia di Tommaso Becket. Le spoglie di Castrese sono oggi conservate presso il duomo monrealese, mentre la reliquia di Becket fino a qualche tempo fa era esposta all’interno di in uno degli otto armadi della Cappella del Santissimo Sacramento della Cattedrale di Capua. Di ritorno dal suo viaggio, Alfano, poi, ricevette in regalo dal re di Sicilia un prezioso Evangelario, realizzato da bottega orafa palermitana, con filigrana in oro, smalti e gemme in cui sono raffigurati i ritratti di vari santi e tra questi vi è anche quello dell’arcivescovo di Canterbury. Il cosiddetto Evangelario di Alfano è tuttora conservato presso il Museo Diocesano – sezione Episcopio di Capua insieme a tanti altri prestigiosi ed antichi manufatti la cui vicenda compositiva è strettamente connessa alle tante storie che ruotano attorno alla secolare curia vescovile capuana.
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