“Do ut do”: l’architettura e il design contemporaneo rendono omaggio alla Reggia di Caserta
(Beatrice Crisci) – È la conferma che ormai la Reggia di Caserta non solo è tra i monumenti più rilevanti d’Italia ma ha assunto anche una forte identità museale nel campo dell’arte contemporanea. Ed era strano che ciò non fosse ancora accaduto, visto che il Palazzo vanvitelliano ospita la più straordinaria collezione monotematica che è Terrae Motus. Ci voleva quel gran comunicatore del direttore Mauro Felicori che spostasse l’esposizione e la portasse “in cantiere” per ricordare al mondo dell’arte che la Reggia ha un patrimonio contemporaneo unico.
Ebbene, avviene così che domani alle ore 18 nella Sala Romanelli si inaugureranno le installazioni video e virtuali 3D della casa “Do ut do” disegnata da Alessandro Mendini con le stanze e il giardino progettati da altri tredici importanti architetti e designer.
Qual è la eccezionalità? È che la tappa casertana viene subito dopo la Peggy Guggenheim Collection di Venezia, avviene il giorno prima del Madre di Napoli, e anticipa ancor più il Maxxi di Roma, il Mart di Rovereto, il Mambo e il Mast di Bologna. Vale a dire i più importanti musei di arte contemporanea d’Italia.
È una vittoria per la Reggia, è una vittoria per Caserta, ma è anche il giusto tributo a quel grande gallerista che fu Lucio Amelio, il quale volle che le porte del Palazzo borbonico si aprissero all’arte contemporanea internazionale.
Che poi, oltre a Mendini, nell’operazione di domani siano coinvolti nomi come quelli di Renzo Piano, Riccardo Dalisi, Michele De Lucchi e tante altre archistar, sembra quasi andare in secondo piano. Sembra tutto normale ora che la Reggia ha assunto il ruolo che le spetta. E Luigi Vanvitelli sarà contento di assistere ai prodigi dei suoi indiretti discepoli.
@beatricecrisci
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