Due giornate sulla follia, in trecento al webinar della Vanvitelli
– Ha avuto successo la due giorni organizzata dall’Università della Campania Luigi Vanvitelli. Al convegno multidisciplinare “L’immaginario della follia. Frenologia e scienze sociali tra Otto e Novecento” erano collegati alla piattaforma Microsoft Teams più di trecento persone tra relatori e uditori.
Le ricche e suggestive riflessioni hanno spaziato in diversi ambiti disciplinari, tra filosofia, sociologia, storia, giurisprudenza, psicologia, linguistica e letteratura. Le linee di ricerca hanno offerto innovative prospettive di analisi sugli studi della follia e delle altre forme di emarginazione.
Gli incoraggianti risultati del primo anno di studi e ricerche del progetto FREIT hanno contribuito a colmare alcune lacune sulla ricostruzione del pensiero frenologico italiano, e non solo. Numerosi, infatti, sono stati gli studi europei impegnati nel campo di questa ricerca, da cui sono nate le successive evoluzioni meridionali.
L’interessante simposio, promosso da Antimo Cesaro, responsabile del progetto, ha inteso diffondere i risultati di questa ricerca dell’ateneo campano (Political, legal and sociological profiles of phrenological research in Italy – FREIT), inserita nel Programma V:ALERE 2019, indagando contenuti, metodologie ed eredità del pensiero frenologico in Italia, attraverso un approccio multidisciplinare e multilinguistico che ha visto coinvolti, accanto a docenti, ricercatori e dottorandi dei Dipartimenti di Scienze Politiche, Psicologia e Giurisprudenza dell’ateneo Vanvitelli, studiosi di altri atenei italiani e stranieri di chiara fama. Le comunicazioni, variegate nella loro complementarità, si sono tutte distinte per il rigore e la chiarezza espositiva. Si è spaziato, così, fra l’altro, dalle “Considerazioni dei frenologi e riflessi nei diritti umani”, di Aldo Amirante, in cui l’autore ha colto l’evoluzione dalle forme di internamento dei folli alla nuova coscienza dei diritti umani in sede internazionale, fino all’intervento su “Stigma, disturbi mentali e mezzi di informazione: un’indagine sull’uso del termine schizofrenia sui quotidiani italiani”, di Lorenza Magliano, in cui la psichiatra ha esplorato i significati e gli effetti devastanti della parola schizofrenia nell’ambito sociale, in termini di isolamento e di vergogna. Ricordiamo ancora gli interventi di Ernesto De Cristofaro “Misurare la colpa. Frenologia e giustizia penale in Italia”, di Fabrizio Sciacca “The other side of the moon. Le lune storte di Cesare Lombroso”, di Paolo Marchetti “Il cervello a giudizio. La responsabilità penale tra antiche chimere e nuove aspirazioni” e l’intervento della dottoranda Federica Rauso “Il controllo dell’immoralità nel XIX secolo. Le disordinate delle Reali Case de’ Matti di Aversa”.
Ha concluso il convegno una sessione, moderata da Augusto Guarino, Prorettore dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, dedicata alle parole della follia, che ha esplorato grazie ai suoi relatori, tra cui Elvira Falivene e Carmen Saggiomo, dell’ateneo ospitante, gli aspetti tematici, linguistici e letterari ritrovati nell’analisi della follia.
Tali comunicazioni hanno contributo a offrire sicuramente una più ricca narrazione ai reperti conservati nel Museo Universitario delle Scienze e delle Arti dell’Università della Campania.
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