Eduardo, le memorie casertane nell’anniversario della nascita
– Centoventi anni dalla nascita di Eduardo De Filippo. Con lui si apriva un secolo. Era nato infatti il 24 maggio 1900. È stato un genio del teatro. Ha portato non solo Napoli ma l’intera cultura nazionale nel mondo.
Ma quanto ha inciso Eduardo in una città capoluogo come Caserta, ai limiti però dell’area metropolitana partenopea? Dagli annali della cronaca, oggi più facilmente consultabili grazie a internet, non ci sono riscontri di un rapporto consolidato tra il grande attore, regista e drammaturgo e la città della Reggia. Chi aveva avuto modo di conoscere bene Caserta era invece il fratello Peppino. Lo ha ricordato Luigi De Filippo, figlio di Peppino e nipote di Eduardo, in un’intervista rilasciata a Enzo Battarra sul quotidiano Il Mattino a marzo del 2014: «Ho imparato a conoscere Caserta per quel che mi raccontava mio padre. Lui aveva prestato il servizio militare a Casagiove presso la Scuola Allievi Sottoufficiali. Erano i suoi anni di gioventù, dal 1923 al ’25. È stato lui a parlarmi le prime volte di questa città e dello splendido Palazzo Reale».
Eppure, se Caserta ha meritato l’appellativo di “piccola Atene” per quanto ha cominciato a costruire culturalmente negli anni Settanta, in qualche modo Eduardo c’entra. Eccome! All’epoca si iniziarono a delineare a Caserta tre filoni teatrali ben distinti, per non dire contrapposti. Da una parte la post-avanguardia, quella del Teatro Studio di Toni Servillo, pronta a raccogliere negli anni i successi internazionali che sarebbero arrivati, da un’altra parte le filodrammatiche con il repertorio comico attinto a piene mani da Eduardo e dintorni, da un’altra parte ancora i sostenitori di un teatro popolare che però di discostasse dal celebrato autore partenopeo. Insomma, i “senza Eduardo”, i “pro Eduardo” e i “contro Eduardo”. Il genio napoletano finiva per essere il fulcro intorno cui giravano a Caserta le esperienze della nouvelle vague del palcoscenico.
Poi nel 1987 la svolta. Toni Servillo metteva in scena le poesie di Eduardo, con lo spettacolo intitolato semplicemente “E”. L’artista e scenografo Lino Fiorito non è chiamato da Servillo a illustrare il suo spettacolo ma a scriverne la partitura visiva.
Nell’ambito della ricerca teatrale fu un cambiamento epocale, ma fu anche il segno di una grande maturità raggiunta da Toni Servillo, con la sua capacità di tesaurizzare la proficua esperienza laboratoriale e innovativa e al tempo stesso di confrontarsi con la storia. Successivamente, lo straordinario attore e regista casertano si sarebbe misurato con celebrati testi teatrali di Eduardo, sempre con grande successo, ma sempre con una sua personale lettura. Una curiosità, il figlio stesso di Toni Servillo non porta a caso il nome di Eduardo.
E un rapporto con Eduardo ritorna anche nei ricordi familiari di una donna casertana che pure si è dedicata al teatro con enorme passione e affetto. È Roberta Sandias, cresciuta in una famiglia che per motivi professionali ha interagito con il genio napoletano.
In conclusione, un ricordo va a Luca De Filippo, il figlio di Eduardo, un ospite fisso del palcoscenico del Comunale casertano, ma anche delle conversazioni nei Salotti a Teatro, l’ultimo poche settimane prima della sua scomparsa. Con Luca e Carolina Rosi si è tramandata in città l’alta tradizione di una grande famiglia del teatro internazionale.
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