Elezioni amministrative a Caserta. I crucci di Marino, Ventre e Apperti
Le elezioni amministrative a Caserta determinano certamente vincitori e vinti, ma nessuno può gioire del tutto per il risultato conseguito. A partire proprio dai candidati sindaci. Giusto partire da colui che comunque è il vero vincitore dell’appuntamento elettorale. È il candidato sindaco del centrosinistra Carlo Marino, esponente di primo piano del Partito Democratico casertano, già candidatosi per lo stesso ruolo nelle elezioni precedenti. È stato capace prima di portare a termine un difficile percorso relativo alle primarie e poi, una volta aggiudicatasi la preconsultazione, di costruire un’alleanza caratterizzata da una coalizione di ben nove liste, uno schieramento imponente, ricco di presenze storiche della politica casertana ma anche di nomi nuovi. Al primo turno ha fatto segnare un risultato straordinario, raggiungendo il 45,12%, tale da fargli vedere il ballottaggio poco più di una formalità. Eppure, un successo così ampio fa i conti con il superamento delle sue liste di quel mitico sbarramento del 50%. Quindi, il Consiglio comunale di Caserta ha già una sua maggioranza, che è quella di Marino, ma il candidato sindaco raggiunge una percentuale inferiore rispetto alla sua coalizione. Questo nasce dal cosiddetto voto disgiunto, un’opportunità di voto che si è però diffusa e consolidata in modo forse eccessivo rispetto alle stesse aspettative del legislatore. Il voto espresso per un candidato sindaco e per una lista non collegata a quell’aspirante primo cittadino ha fatto sì che Marino non abbia vinto al primo turno e si debba ora misurare in un ballottaggio, per quanto nettamente favorito. Ora va detto che nello spoglio casertano si è assistito a un doppio voto disgiunto, quello politico e quello amicale, con Marino vittima del sistema ma in percentuale minore anche beneficiato da quella stessa opzione. Il voto disgiunto politico è quello che ha espresso una quota di elettori di sinistra che, pur votando Pd o altre compagini del centrosinistra, non ha visto in Carlo Marino un riferimento di tale orientamento e ha preferito indirizzare il proprio voto verso l’aspirante sindaco civico Francesco Apperti. Il voto disgiunto amicale è stato ancor più frequente, coinvolgendo tutti i concorrenti, Marino compreso, e ha visto l’elettore esprimersi con un voto poco coerente per candidati sindaci del centrosinistra e coalizioni di centro destra o viceversa.
Ma se Marino non può gioire del tutto, certo Riccardo Ventre ancor meno può ritenersi soddisfatto del risultato conseguito. La sua coalizione di centrodestra si è fermata al 19,54%, un valore veramente minimale, soprattutto se confrontato con i dati elettorali precedenti ottenuti da berlusconiani e alleati. Va al ballottaggio ma con poche speranze.
Penalizzato ancor più Francesco Apperti che con il movimento civico Speranza per Caserta ha cullato a lungo il sogno di andare al secondo turno. Il suo risultato personale con il 16,96% è encomiabile, un po’ meno quello delle sue liste. Questo comporterà un’esigua rappresentanza in Consiglio comunale.
Per quanto riguarda i candidati sindaci minori, nessuno ha particolarmente brillato. E per alcuni di loro l’accesso al civico consesso dipende da eventuali apparentamenti.
@beatricecrisci
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