Enrico Ianniello al Civico 14. Incontro con i lettori di Sifflotin
Marco Cutillo
– “Chi non ha sofferto, canticchia. Chi ha sofferto, canta”. Con queste parole Quirino Raggiola, ormai schiacciato dalle macerie saluta per l’ultima volta suo figlio, svelandogli il mistero della felicità e della sua inevitabile doppiezza. Isidoro Raggiola, meglio conosciuto come Sifflotin per la sua abilità nel fischiare, è il protagonista del romanzo di Enrico Ianniello, “La prodigiosa vita di Isidoro Sifflotin”, edito per Feltrinelli nel 2015. Dopo quattro anni dalla sua pubblicazione, la vittoria del Premio Campiello Opera Prima 2015 e diversi altri premi, tra cui Il premio John Fante Opera prima 2015, il Premio Cuneo 2015 e il premio Selezione Bancarella 2015, l’autore ha deciso di portare in teatro la lettura di alcuni spezzoni significativi. Ed è così approdato al Civico 14 per tre serate, ritagliando, nel pomeriggio di domenica 10 marzo, anche uno spazio per incontrare i suoi lettori. Dialogando con Marilena Lucente e con il pubblico, Enrico Ianniello ha raccontato la sua scelta di trattare un argomento che ancora costituisce un nervo scoperto nell’immaginario collettivo dei campani, il terribile terremoto del 1980. La casertanità dello scrittore ha inoltre contribuito a creare un clima confidenziale e per certi versi nostalgico, fatto di sensazioni, lacrime, vecchi ricordi, tutti presenti nel suo libro. La mamma che impasta e crea una nebbia di farina, le tavolate infinite e la spensieratezza di un mondo diverso, passato. Un riscaldamento emotivo per la lettura, o forse sarebbe meglio dire la “fischiolettura”, di alcune sue pagine in cui appare chiaramente delineato il personaggio favolistico che prende il nome di Isidoro. Fischia ragazzo, fischia, e fischia nelle librerie di tutti lettori i lettori d’Italia. Perché la storia di Isidoro Raggiola, detto Sifflotin, è un piccolo gioiellino di produzione campana.
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