Festa a Capua per San Biagio, c’è pure il pane che cura la gola

Festa a Capua per San Biagio, c’è pure il pane che cura la gola

Luigi Fusco

– Fervono i preparativi presso la Chiesa di San Domenico a Capua per la festività di San Biagio, vescovo armeno del terzo secolo dC., prevista per il prossimo 3 febbraio. A organizzare l’evento sacro è l’Arciconfraternita del Santissimo Rosario, tra i sodalizi laico-religiosi più antichi della città.

La devozione incontra la tradizione, questo il titolo della manifestazione sacra, sul cui senso religioso, sociale e antropologico si è soffermato il nuovo priore della congrega Gianpaolo Palmieri.

Al riguardo, ha dichiarato che “la festività di San Biagio è molto sentita a Capua e tutti gli anni l’arciconfraternita del Rosario l’ha rispettata. Anche quest’anno la celebrazione verrà onorata e si svolgerà attraverso tre importanti momenti liturgici: la recita del Santo Rosario, l’unzione della gola e la benedizione del pane. Nel rispetto delle norme anti-covid, che prevedono il distanziamento fisico, non sarà possibile svolgere la consueta messa, ma la speranza è che comunque molti fedeli possano accorrere in chiesa”.

Per l’occasione, sono stati, inoltre, avviati una serie di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria all’interno della chiesa stessa. Dalla sistemazione del simulacro di San Biagio, pregevole scultura in legno, creta e cera, realizzata, nella seconda metà dell’Ottocento, da Francesco Saverio Jommelli, scultore napoletano che aveva una propria bottega nella prestigiosa strada di San Gregorio Armeno, dove vi sono i laboratori dei maestri pastorari. L’effige capuana si caratterizza non solo per le sue notevoli dimensioni, ma anche per il suo impianto iconografico. Difatti, il santo vescovo è raffigurato mentre compie il miracolo della guarigione del bambino che stava morendo soffocato a causa di una lisca di pesce rimasta in gola. Prodigio che avvenne attraverso l’ingerimento di un pezzo di pane benedetto. A seguito di tale portento, Biagio venne considerato protettore di tutti i mal di gola. Infatti, molta dell’importanza simbolica di questo personaggio ruota attorno al pane che, nel giorno del suo dies natalis, viene distribuito ai fedeli preparato in ben tre forme: la manina, il pastorale e la trachea. Altro attributo ricorrente nella rappresentazione del santo sono le candele o i ceri incrociati verso la gola, la cui presenza rimanda sempre al potere taumaturgico di guarigione da qualsiasi patologia connessa alla gola o alla trachea.

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Luigi Fusco - Docente di italiano e storia presso gli Istituti Superiori di Secondo Grado, già storico e critico d’arte e guida turistica regione Campania. Giornalista pubblicista e autore di diversi volumi, saggi ed articoli dedicati ai beni culturali, alla storia del territorio campano e alle arti contemporanee. Affascinato dal bello e dal singolare estetico, poiché è dal particolare che si comprende la grandezza di un’opera d’arte.

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