Fotoscioppare, quando lo smartphone ti fa bella
Nicla Mercurio
– Nell’era del web 2.0, in cui l’apparire ha più importanza dell’essere, è diventato molto comune imbattersi in una nuova patologia, definita “narcisismo digitale’’. Sui social network come facebook e instagram si va alla costante caccia di like promuovendo un’immagine di sé che non sempre corrisponde alla realtà, anzi. Il narcisista digitale diffonde infatti il suo Sé ideale: enfatizza certe caratteristiche del suo aspetto, ne nasconde altre e lo fa ad esempio fotoscioppando i suoi selfie.
Termine entrato nel linguaggio corrente dei frequentatori della rete, fotoscioppare (in inglese “to photoshop”, in francese “photoshopper”) o fotoshoppare significa “ritoccare, alterare una fotografia mediante elaborazione digitale dell’immagine, utilizzando il programma informatico Photoshop” (Treccani). Matteo Persivale del Corriere della Sera lo registra come neologismo già nel 2007. “Verbo di marca” (Bernard Cova, 2017) come googlare e twittare, fotoscioppare deriva da Adobe Photoshop, programma informatico specializzato nell’elaborazione di immagini digitali che consente di effettuare ritocchi di elevata qualità grazie ad una vasta gamma di strumenti. È il software impiegato dai professionisti per rendere dei paesaggi, già di per sé belli, spettacolari o per modificare le foto delle star prima della pubblicazione su una rivista.
Effetti simili e più immediati, ma ovviamente meno professionali, si ottengono grazie a semplicissime applicazioni per smartphone, con cui è possibile abbellire le proprie foto. Gli strumenti di questo tipo di app, a volte in dotazione della stessa fotocamera, permettono di levigare la pelle del viso, ingrandire gli occhi, snellire il corpo, aumentare la statura, e così via! Quindi oggi, per estensione, fotoscioppare vuol dire modificare digitalmente, in maniera più o meno evidente, le proprie fotografie.
Quando poi i selfie fotoscioppati non bastano più, i giovani arrivano a ricorrere alla chirurgia plastica non per assomigliare ai personaggi del mondo dello spettacolo, bensì alla propria immagine digitale da cui sono ossessionati. “Finalmente ho il volto che avevo sempre pensato di avere”, ha raccontato una ragazza californiana in un docu-film di Sky, “assomiglio a me stessa… ma fotoscioppata!”.
*Dottorato in Eurolinguaggi e Terminologie Specialistiche – Università degli Studi di Napoli “Parthenope”
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