Francesco II di Borbone sarà beato, un re dall’animo molto pio
– La Conferenza Episcopale Campana ha concesso il nulla osta per l’avvio del processo di beatificazione di Francesco II di Borbone, le cui spoglie sono custodite nella Chiesa di Santa Chiara a Napoli. La decisione è giunta a seguito di una serie di sessioni svoltesi presso il Tribunale diocesano per le Cause dei Santi, dove sono state presentate circa quaranta testimonianze, sostenute soprattutto dalla Fondazione Francesco II delle Due Sicilie, riguardanti la santità mostrata in vita dall’ultimo sovrano dell’ex Regno del Mezzogiorno.
Primogenito di Ferdinando II e di Maria Cristina di Savoia, Francesco II era nato nel 1836 nella capitale partenopea, vedendo la luce all’interno del maestoso Palazzo Reale. Rimasto subito orfano della madre, morta dopo quindici giorni dal parto. Crebbe, comunque, in un clima familiare sereno, insieme alla matrigna Maria Teresa d’Austria e ai suoi numerosi fratellastri.
Come ai suoi predecessori, gli venne impartita un’educazione marziale e, allo stesso, tempo religiosa; anche se, particolare interesse il giovane principe mostrò maggiormente verso gli studi teologici, in quanto, sin da ragazzino, era rimasto affascinato dagli insegnamenti dottrinali e spirituali ricevuti dai padri scolopi. Nel corso della sua vita, oltre a esser rispettoso nei confronti della Chiesa e delle sue ricorrenze, mostrò sempre una singolare e sentita devozione nei confronti della madre, la cui beatificazione è avvenuta nel 2014. Maria Cristina, detta la “santa”, nel corso della breve esistenza era stata una donna pia, impegnata in numerose opere di carità e dedita a veri e propri esercizi spirituali.
Nel 1859 Francesco convolò a nozze con Maria Sofia di Wittelsbach, sorella della principessa Sissi, mentre, poco dopo, a seguito della prematura morte del padre ascese al trono. Con l’incoronazione, il giovane Francesco si trovò catapultato nel turbinio di vicende che, ormai da tempo, stavano attraversando l’Italia intera e che avrebbero portato alla sua unità. Nonostante la strenua difesa di Gaeta, ultimo baluardo del regno, il 13 febbraio del 1861 si trovò costretto a capitolare, al fine di evitare un ulteriore bagno di sangue ai suoi soldati e ai suoi sudditi. Esule, restò per un certo periodo a Roma, poi all’estero, per poi concludere la sua esistenza, nel 1894, ad Arco di Trento. Nel corso del suo lungo peregrinare mantenne sempre un certo riserbo, conducendo un tipo di vita completamente consacrata alla preghiera e alla contemplazione di Dio, senza mai provare odio o rancore, neanche verso chi gli aveva usurpato, molti anni prima, il tanto amato Regno napoletano.
Docente di italiano e storia presso gli Istituti Superiori di Secondo Grado, già storico e critico d’arte e guida turistica regione Campania. Giornalista pubblicista e autore di diversi volumi, saggi ed articoli dedicati ai beni culturali, alla storia del territorio campano e alle arti contemporanee. Affascinato dal bello e dal singolare estetico, poiché è dal particolare che si comprende la grandezza di un’opera d’arte.
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