Giornata mondiale delle bambine, una data dedicata ai diritti
– Oggi lunedì 11 ottobre la Giornata internazionale delle bambine: più disuguaglianze e violenze, meno accesso ai diritti. Le Nazioni Unite dedicano ogni anno questa giornata alle bambine. Il miglioramento delle loro condizioni di vita coinvolge le famiglie, le comunità e la società intera. L’istituzione di questa giornata ha, infatti, lo scopo di concentrare l’attenzione sui diritti delle più piccole e sulla necessità di promuoverne l’emancipazione, sensibilizzare l’opinione pubblica sui loro diritti, sugli abusi ed ostacoli che molte di loro sono ancora costrette ad affrontare. Anche per questo 11 ottobre, il bilancio è pesante: la pandemia ha avuto conseguenze drammatiche sulla condizione delle bambine nel mondo, Italia compresa, con effetti che si faranno sentire per molti anni. Sono aumentati i casi di violenza domestica e le discriminazioni ed è in crescita l’abbandono scolastico che, per le bambine e le ragazze, si traduce spesso in matrimoni forzati, gravidanze indesiderate e lavoro domestico, perdita di diritti e povertà. La pandemia ha portato a un aumento del numero di Neet, i giovani di età compresa tra 20 e 34 anni che non lavorano, non sono iscritti all’università e non sono impegnati in altri percorsi formativi, un fenomeno prevalentemente femminile: nel 2020 il 21,5% delle ragazze tra i 20 e i 34 anni era in questa categoria, contro il 13,8% dei maschi. La pandemia ha fatto aumentare il numero dei Neet italiani, che è arrivato a toccare quota 2,1 milioni, ovvero il 23,3% del totale dei giovani in quella fascia d’età: tra le ragazze la percentuale è del 25,4 per cento. Anche le ragazze laureate e inserite nel mondo del lavoro hanno una situazione lavorativa peggiore rispetto ai coetanei maschi: sono meno occupate, hanno meno contratti a tempo indeterminato e guadagnano meno. Anche nel mondo dello sport le discriminazioni di genere sono elevate: quasi tutti i ragazzi intervistati dall’Osservatorio Sport dell’ong e OneDay Group riconoscono che esiste una disparità di trattamento, anche economico, tra gli atleti a livello professionale e il 44% delle ragazze si sente escluso dai campi da gioco per questioni di genere.
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