Giorno della Memoria, quei cancelli di Auschwitz da abbattere
– Il 20 luglio del 2000 la Repubblica italiana con la legge 211 proclamava il “Giorno della Memoria”, riconoscendo da ben 22 anni oramai il 27 gennaio – data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz – come giorno commemorativo per ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico) e ”le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati” cita testualmente l’articolo 1. In tale occasione sono organizzate cerimonie, iniziative, incontri e momenti di riflessione in vari ambienti e nelle scuole al fine di preservare la memoria di uno dei periodi più bui della storia nel nostro Paese e dell’Europa. La Germania nazista, come oramai tristemente noto, aveva applicato un rigido sistema di selezione della specie prevedente il predominio della leggendaria razza ariana a discapito di categorie sociali totalmente discriminate e del popolo ebreo.
Con il termine ariano inizialmente si designavano dei gruppi di persone con ceppi linguistici affini; con il periodo nazista invece, gli ariani sono divenuti una vera e propria sorta di razza eletta di cui addirittura se ne ricercavano le origini. Nel tentativo di approdare a delle spiegazioni scientifiche che caratterizzassero empiricamente l’esistenza un ceppo originario avente peculiarità superiori rispetto agli altri, fu anche promossa infatti una spedizione delle SS in Tibet insieme all’antropologo ed etnologo Bruno Beger (1911-2009), meglio conosciuto per aver selezionato diversi soggetti provenienti dai campi di concentramento e sui quali furono poi condotti letali esperimenti razziali.
Il 27 gennaio di ogni anno non vi è chi non rammenta anche i soprusi effettuati attraverso esperimenti volti a migliorare la specie umana. Durante il nazismo le teorie e la pratiche miranti a perfezionare la genetica umana tentarono di far acquisire lo status di scienza – allontanandola dal mero folclore – all’eugenetica, una disciplina nata alla fine dell’800 in Inghilterra per opera di Francis Galdon, cugino di Darwin e diffusasi anche in America. L’eugenetica mirava a un perfezionamento della razza umana utilizzando discutibili metodi di selezione della specie – per certi versi sperimentati anche su animali e piante – e promuoveva la riproduzione di soggetti ipoteticamente desiderabili. Giovandosi delle leggi della genetica prosperò notevolmente a discapito dei più fragili ed emarginati dal governo di Hitler che poteva purtroppo “approvvigionarsi” di molte cavie. L’inizio della shoah è associato alle prime discriminazioni verso il popolo ebraico: a tutti loro viene impedito di frequentare determinati luoghi come negozi, usufruire di servizi essenziali come le scuole o i mezzi di trasporto, di lavorare o di sposarsi con gli ariani. Tra il 1935 e il 1939 furono varate infatti leggi antisemite, che vietavano l’esercizio della professione medica agli ebrei, che evidenziavano come solo un certo numero di studenti ebrei potevano prender parte alle lezioni e che nessuno poteva avere attività economiche – “arianizzazione economica” – e ancora quelle che vietava loro di circolare dopo una fascia oraria. E fu proprio all’interno delle città che vengono emarginati gli ebrei, interi quartieri che ancora oggi in grandi città europee possono essere visitabili e in cui si percepisce la tragicità della storia appena trascorsa ma di cui sono ancora impregnati gli edifici.
Il dolore sperimentato, la paura dinanzi alla certezza di una morte annunciata e non perché pervasi dall’illusione di essere imperituri, la cecità umana raggiunta e portata all’estrema conseguenza turbano ancora oggi profondamente ogni animo. La giornata della memoria è una delle ricorrenze internazionali che indiscutibilmente va onorata al fine di rammentare i diritti dell’uomo e la sua libertà.
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