Gli occhi di Claudio, la onlus che volge lo sguardo agli invisibili
– «Pochi in questo periodo storico hanno la possibilità di vivere in serenità. La pandemia ha tolto il diritto al lavoro, e se si aggiunge questo al numero di persone disoccupate che vivono grazie al nostro supporto si possono immaginare le difficoltà che viviamo nel provare a limitare il disagio di queste famiglie». Queste le parole di Pasquale Lamagna, vice-presidente della onlus “Gli occhi di Claudio”. È questa l’organizzazione di volontariato che opera sul territorio casertano e napoletano dal 2011.
L’associazione nasce dalla voglia di celebrare l’amore per il prossimo di un ragazzo speciale e, in particolare, per ricordare i suoi occhi sempre attenti a osservare il prossimo e a non essere indifferente. “Gli occhi di Claudio” si occupa infatti del sostegno alimentare di famiglie in difficoltà e dei senza dimora. Prima dell’emergenza sanitaria, infatti, ogni domenica era attiva, in accordo con gli altri enti, presso la stazione di Caserta. Poi, le restrizioni anticovid hanno limitato gli spostamenti. Il numero delle richieste di aiuto è triplicato e il lavoro non ha fine come racconta Feliciana Iaccio, socia attiva sul territorio casertano: «L’incontro domenicale era un punto di contatto, un modo per essere presenti e per offrire supporto ai bisognosi».
E ancora spiega che «il volontariato è fonte di salvezza e aiuto concreto per i senza tetto. La stazione di Caserta era punto di snodo dove ogni domenica alle 19 i volontari erano pronti a distribuire non solo pasti caldi, coperte, e abbigliamento, ma anche di conforto agli invisibili».
L’associazione opera per il sociale grazie all’entusiasmo dei tanti volontari. Nel 2013 la presidente Tomasina Pinna ha ampliato il suo progetto finanziando la costruzione di un pozzo e di una scuola nel Burkina Faso, uno dei Paesi più poveri al mondo. «Ci innamorammo subito del posto e di quel magnifico popolo. Meno, però, fu l’amore che provammo per le difficoltà che i Burkinabé dovevano affrontare ogni giorno», racconta Pasquale Lamagna. Poi aggiunge: «Per noi, abituati ad avere la possibilità di ottenere acqua potabile sempre e ovunque, è inaccettabile sapere che le donne e i bambini debbano percorrere 10 km a piedi per portare a casa una tanica di acqua stagnante. Così ogni anno tanti nostri progetti sono dedicati al popolo del Burkina Faso». L’associazione guarda al futuro con speranza e voglia di essere presente sul territorio casertano porgendo la mano, offrendo assistenza e attenzione a coloro che il più delle volte non si sentono degnamente considerati.
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