Gli scavi narrati nei libri, a Ercolano tornano i preziosi volumi
– È ritornata al Parco Archeologico di Ercolano per essere esibita la collezione dei volumi “Antichità di Ercolano Esposte”, dopo gli interventi di restauro curati dalla Biblioteca Nazionale di Napoli.
Un’operazione di straordinario valore storico e culturale che cha consentito il recupero dei disegni e delle incisioni dei testi delle antichità vesuviane. Per il suo pregio, la raccolta, voluta da Carlo di Borbone, non venne mai messa in commercio. Il sovrano, difatti, amava omaggiarla, offrirla come bene inestimabile alla nobiltà europea del suo tempo. La corte napoletana attraverso questi volumi voleva diffondere e promuovere gli scavi che, da un po’ di anni, stavano facendo emergere reperti di vario tipo, oggetti preziosi e manufatti artistici che erano stati seppelliti dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Il restauro ha interessato i primi otto volumi della collana. La sua pubblicazione avvenne, tra il 1757 e il 1792, per i “tipi” della Regia Stamperia Borbonica, mentre il progetto editoriale venne curato dalla Reale Accademia Ercolanense, fondata da re Carlo per illustrare e consentire lo studio dei ritrovamenti di Ercolano, Pompei e Stabiae, già inseriti nell’allora Museo Ercolanense allestito all’interno della Reggia di Portici.
Le operazioni di recupero sono state condotte nel Laboratorio “Alberto Guarino” della BNN sotto la guida di Valeria Stanziano e Luigi Vallefuoco con la collaborazione di Elisabetta Canna del circuito archeologico ercolanense. La restituzione dei libri è stata alquanto complessa, in quanto i tecnici sono dovuti intervenire sia sulle pregevoli e delicate carte interne sia sui dorsi in pelle con iscrizioni in oro.
“Il lavoro di restauro su Le Antichità di Ercolano Esposte”- ha dichiarato il direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli, Salvatore Buonomo, già Dirigente presso la Soprintendenza ai Beni Artistici ed Architettonici di Caserta – “conferma il filo doppio di stretta collaborazione con il Parco Archeologico di Ercolano, dove si trova la superba Villa dei Pisoni che ospitava l’antica collezione di papiri di Filodemo di Gadara, oggi nella nostra biblioteca. La sinergia in questo caso ha costituito un’occasione per avvalersi al massimo delle risorse e delle potenzialità di cui disponiamo nell’ambito dei beni culturali, consentendoci l’allargamento del concetto stesso di patrimonio culturale componendo l’interesse di bene bibliografico con quello archeologico”.
“Questo progetto – ha aggiunto il Direttore del Parco Archeologico di Ercolano, Francesco Sirano – “giunge a compimento proprio nel momento in cui tra poche settimane il Parco, con il supporto dell’Herculaneum Conservation Project, sta per lanciare una prima versione del portale Open Data: una forma di condivisione delle conoscenze che utilizza il metodo democratico e partecipativo per raggiungere gli stessi effetti che ottennero in Europa i volumi de’ Le Antichità di Ercolano Esposte, rappresentando una inesauribile fonte di ispirazione per le arti e l’artigianato”.
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