Green thinking, un’alternativa al covid-19 guardando Vanvitelli

Green thinking, un’alternativa al covid-19 guardando Vanvitelli

Andrea Sepe

– Il “green thinking” è ormai intrinseco al nostro vivere, per la sua estrema rilevanza in ogni sviluppo social-economico e culturale odierno. Si pone come la sfida strategica di ogni governance politica, centrale e territoriale, per sostenere diversi e molteplici percorsi di crescita e, soprattutto nelle architetture logistiche di una comunità, risultando la chiave di volta a lungo termine.

L’attuale pandemia globale da covid-19 e la conseguente misura di distanziamento sociale hanno impattato su tre fattori principali: la concezione del tempo, il cambiamento di stile di vita e i sistemi di mobilità. Per tale ultimo aspetto, siamo di fronte a un potenziale cambiamento del trasporto pubblico, del personale e di movimentazione dei flussi logistici; assisteremo a una drastica riduzione della disponibilità, nei centri con una densità urbana elevata, di transito sui servizi pubblici essenziali. È questa una prima eventuale conseguenza di aumento ulteriore della percentuale inquinante, derivante dai trasporti privati quotidiani. Se la situazione è destinata a perdurare nel tempo, così come gli analisti dicono, allora si devono individuare in questo momento di crisi le migliori soluzioni per “andare avanti”. Ma dalla situazione perdurante di “crisi”, sicuramente i classicisti nell’analizzare la derivazione etimologica greca condivideranno tale criterio, può derivare una capacità di scelta, ovvero coraggio dell’agire, delineando più che mai l’essenziale “leadership governance”.

La nostra Caserta nella storia è stata esempio antesignano di “green thinking”, con un hub verde nel cuore di un centro in cui la natura fosse la primus inter pares per le attività e la vita della comunità. Così la pensarono Carlo di Borbone e Luigi Vanvitelli, dettando per i secoli successivi gli stili di vita, l’economia e i tempi dei Casertani. Non sempre tale ideale di hub verde, fondamentale nel bilancio tra natura e architettura, è stato capito, in quanto spesso la città ha modificato le sue forme di sviluppo, superando un limite di decoro urbano. È giunto il momento di un re-design urbano ed ecologico/sostenibile all’altezza dei tempi per la valorizzazione di questo territorio che conosce, già da precedenti storici, una sua forte propensione allo sviluppo attuativo della tematica. E anche la comunità dovrà prestare assoluta priorità e attenta osservazione al suo crescere.

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Enzo Battarra
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Enzo Battarra (Napoli, 1959) è critico d'arte e giornalista. Collabora con il quotidiano “Il Mattino” e con riviste specializzate d’arte di rilievo internazionale. Ha pubblicato diversi libri sui temi dell’arte, è curatore indipendente di mostre. Medico, dermatologo. Già responsabile dell’Unità Operativa di Dermatologia e Malattie veneree dell’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta, dove svolge anche le funzioni di addetto stampa. È stato direttore dell’attività museale, espositiva e convegnistica del Comune di Caserta. Ha ricoperto il ruolo di assessore alla Cultura nei Comuni di Caserta e Casagiove.

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