Halloween, o giù di lì
(Augusto Ferraiuolo*) – Halloween, Samhain, Dia de los Muertos, Celebrazione dei defunti. E connessi a questi, i rituali del “trick or treat” nordamericano, del “Guising” scozzese molto vicino al “Mumming” irlandese, tutti basati sul travestimento connesso all’oltretomba. E poi il cibo, come l’italiano pane dei morti (o Pan de Muerto, in Messico), gli “skulls” (crani) zuccherati messicani, le caramelle (o in generale dolcetti), le mele che galleggiano in acqua (dooking for apples), difficili da prendere in un vero e proprio gioco di abilità. La fine di ottobre e l’inizio di novembre sono senza dubbio un coacervo di rituali e festività in quasi ogni parte del mondo. La ragione è semplice, se immaginiamo l’idea del tempo nelle culture tradizionali, che è circolare (e non lineare come nelle culture moderne) essendo legata ai cicli agrari. Halloween (che è una contrazione di All Hallows’ Evening – cioè la vigilia di Tutti i Santi) segna la fine della stagione del raccolto e quindi l’inizio dell’inverno. E non c’è da stupirsi se il fenomeno in Italia è nuovo, basta ricordare, con Eric Hobsbawn, che le tradizioni si inventano o si re-inventano, soprattutto su basi economiche. In fondo, quello che importa è divertirsi, anche giocando con la morte.
*Antropologo culturale
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