I De La Rath, la cappella dei signori di Caserta sarà restaurata
– Le condizioni di degrado e il cattivo stato di conservazione della Cappella di San Francesco in vico Della Ratta a Caserta, il cui impianto originario venne fatto costruire nel XIV secolo dal conte Francesco De La Rath, sono, da anni, al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica, che, più volte, ha chiesto, a gran voce, alle istituzioni competenti di trovare possibili soluzioni per prevenire il suo totale disfacimento. L’annosa questione sembra esser giunta all’epilogo, in quanto c’è la disponibilità dell’imprenditore casertano Antonio Crispino che ha dichiarato sui social di essere intenzionato a sostenere i lavori di ristrutturazione dell’antica fabbrica religiosa.
Al riguardo, è opportuno ricordare la storia dei committenti della stessa cappella, cioè i De La Rath, che, a partire dal Trecento, furono signori di Caserta e di altri centri del beneventano. Nativi della Catalogna, giunsero a Napoli con Diego, capostipite del casato, in qualità di cortigiani al servizio della principessa Violante, figlia del sovrano d’Aragona Pietro III e consorte di Roberto I d’Angiò. Italianizzati in Della Ratta, la loro ascesa avvenne con gli angioini, da cui ebbero il permesso di inquartare il loro stemma, il giglio di Francia, tra le loro armi come segno di fedeltà alla corona. Le loro insegne ebbero così modo di comporsi: un leone rosso rampante coronato d’oro con la zampa destra alzata attraversato da un lambello azzurro di tre pendenti caricati ognuno da tre gigli dorati. Menzionati da Boccaccio, nella III novella della VI giornata, a proposito di amori e di inganni, della loro memoria esistono diverse testimonianze d’arte e d’architettura. In primis, basti pensare al monumento funebre di Francesco, morto allo scadere del XIV secolo, la cui figura di gisant dormiente è contraddistinta dalla presenza sull’omero del nastro annodato simbolo dell’Ordine del Nodo, tra i cavalierati più importanti dell’età angioina.
Con il passare del tempo, i De La Rath si imparentarono con altre illustri famiglie del regno e nel frattempo consolidarono i loro domini, specialmente quelli situati in area beneventana come Durazzano, Sant’Agata dei Goti e Limatola. Fu soprattutto in quest’ultima località che investirono notevolmente, già agli inizi del XVI secolo, quando Caterina Della Ratta andò in sposa a Francesco Gambacorta. Il Castello, costruito secoli addietro, divenne una vera e propria residenza aristocratica. Ancora oggi è una struttura di notevole bellezza e molto ricercata per l’allestimento di cerimonie ed eventi. Al suo interno è, inoltre, custodito il polittico della Madonna con Bambino tra i santi Giovanni Battista e Maria Maddalena, commissionato dai due coniugi, nel 1527, al pittore Francesco da Tolentino, fra gli artisti più autorevoli di età rinascimentale presente a Napoli tra Quattro e Cinquecento. Contestualmente, i De La Rath iniziarono a stringere rapporti di parentela anche con altre casate, fra cui gli Acquaviva, futuri signori di Caserta fino al Seicento inoltrato e promotori di innumerevoli opere d’arte e di architetture, ritenute, oggi, importanti testimonianze storico-artistiche di età pre-borbonica.
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