Il 25 novembre è donna, una data simbolo per la numerologia

Il 25 novembre è donna, una data simbolo per la numerologia

Tiziana Barrella -Ricerche storiche a cura di Chiara Marcasciano

– E’ in tutti i cinque continenti del globo che il 25 novembre si celebra la giornata mondiale contro la violenza di genere,  data  davvero speciale non solo perché unifica, dal 1999, le varie etnie di tutto il mondo per commemorare le vittime di violenza di genere ma anche perché è la data stessa, secondo un’antica disciplina, la numerologia, ad assurgere a vero e proprio simbolo volto a indicare il complesso di tutte le caratteristiche solitamente e comunemente associate all’universo femminile.

La data del 25/11, infatti, ha una particolarità che la rende davvero unica e su cui non sempre ci si sofferma. Per gli studiosi dei numeri, il 25 e  l’11 non sono solo il modo di esprimere una quantità, ma molto di più. Sono una vera e propria forma di linguaggio universale e senza tempo;  i numeri esprimono simboli, archetipi, caratteristiche personologiche, un linguaggio universale unificante.  

Per Pitagora, filosofo e matematico greco (580 a.C – 495 a.C.), lo studio dei numeri è alla base dell’universo e la numerologia, la scienza appunto che  ne studia il valore simbolico, attribuisce  delle qualità davvero speciali al 25 e all’11, ai numeri cioè, che compongono la data ufficializzata nel 1999 dall’ONU per commemorare tutte le donne vittime di violenza.

Lo studio dei numeri ci offre quindi l’opportunità di leggere, con occhi decisamente nuovi,  una data estremamente significativa per ben altre considerazioni. Come molti sapranno infatti, la scelta di questo giorno non fu casuale ma la convergenza verso altri studi del significato simbolico dei numeri, che compongono la data della ricorrenza annuale, è davvero sorprendente! Il 25 è un numero che identifica molte caratteristiche associate generalmente “al femminile”,  come la riflessività, l’intuito e la curiosità ; è il numero che nel cristianesimo simboleggia la nascita e la maternità, (anche se nel calendario Giuliano, adottato dagli ortodossi, la natività avviene non il 25 dicembre bensì il 7 gennaio).

Il numero 25, letto nella sua somma algebrica, dà  a sua volta vita al numero 7 archetipo della creazione, saggezza, della conoscenza, della spiritualità e dell’introspezione –  anche queste essenzialmente peculiarità  spesso associate al genere femminile. Numero sacro agli ebrei  (Gn. 7 -2.10), numero biblico della completezza e della creazione, spesso ricorrente in molte tradizioni e indicativo in molte culture ( sette sono i giorni della settimana, sette sono i sacramenti, sette sono i doni dello spirito santo, sette sono i colori dell’arcobaleno, sette chakra, i primi sette pianeti  ad essere scoperti, sette sono le dee della mitologia greca)  e che racchiude in sé altrettante caratteristiche che potremmo associare alle donne.

 L’11  è un numero dalla forte valenza spirituale ma anche della  profondità  e dell’introspezione; la sua somma algebrica è 2, numero archetipo piuttosto femminile, associato all’innocenza, alla purezza, al perdono e alla comprensione.

Se quindi i numeri possono riuscire a sintetizzare qualità che notoriamente vengono associate alle donne, possiamo immaginare che sia davvero una coincidenza la scelta di elevare a livello internazionale una data per  una “giornata manifesto”?

Negli anni ’60,  il terribile triplice omicidio delle sorelle Mirabal, donne rivoluzionarie  che tentarono con il loro impegno di contrastare le pressioni del dittatore allora spadroneggiante nella Repubblica Dominicana, è divenuto il simbolo della lotta al sopruso. Nel 1990 divennero l’emblema della necessità di contrastare ogni forma di violenza di genere; l’assemblea delle Nazioni Unite infatti, fa assurgere il 25 novembre a giornata mondiale.

Per commemorare tutte le donne in questo giorno,  spostiamo il nostro focus attenzionale, dalla “vicenda emblema” del contrasto alla violenza, all’osservazione della data e dei numeri che la compongono, e su uno storico omicidio di una nota matematica, filosofa, astrologa,  che, secondo le cronache dell’epoca, dedicò tutta la sua vita allo studio e alla conoscenza: Ipazia. Fu definita una martire del pensiero che visse nella civile Alessandria di Egitto tra il  360 d.C e il 415 d.C.  e che ebbe una morte violenta:  il suo corpo venne dilaniato con cocci aguzzi lanciati da una folla inferocita che aveva solo il disprezzo per la scienza e per la conoscenza in un contesto in cui, il fanatismo e la disistima della cultura, agì in nome della trionfante religione cristiana. Ipazia, “era arrivata a un tale vertice di sapienza da superare di gran lunga tutti i filosofi della sua cerchia” narra Socrate Scolastico, (380 d.C.-450 d.C)  avvocato della corte di Costantinopoli.

“A nessuno la natura aveva concesso anima più elevata o un genio più felice…l’educazione ne fece un prodigio” .“Tutte le conoscenze accessibili allo spirito umano, riunite in questa donna dall’eloquenza incantatrice, ne fecero un fenomeno sorprendente…per i filosofi stessi, che è difficile stupire” scrive di lei Denis Diderot, (1713-1784) filosofo ed enciclopedista francese.  Ipazia, politica, donna carismatica e a capo della scuola platonica alessandrina, rappresentava probabilmente la diversità e pagò con la vita per essere stata la prima promotrice del libero pensiero. Il suo omicidio  ha avuto una tale risonanza, che l’eco prodotto, non si è mai spento e riecheggia ancor oggi dopo ben quindici secoli; “una donna che cercava la verità, amava il dubbio, detestava la manipolazione” scrive S. Ronchey, professoressa di filologia;  una donna icona, un simbolo, proprio come è altrettanto simbolica la data in cui tutto il mondo sostiene la non violenza di genere. 

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Maria Beatrice Crisci
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Mi occupo di comunicazione, uffici stampa e pubbliche relazioni, in particolare per i rapporti con le testate giornalistiche (carta stampata, tv, radio e web).Sono giornalista professionista, responsabile della comunicazione per l'Ordine dei Commercialisti e l'Ordine dei Medici di Caserta. Collaboratrice de Il Mattino. Ho seguito come addetto stampa numerose manifestazioni e rassegne di livello nazionale e territoriale. Inoltre, mi piace sottolineare la mia esperienza, più che ventennale, nel mondo dell'informazione televisiva, come responsabile della redazione giornalistica di TelePrima, speaker e autrice di diversi programmi. Grazie al lavoro televisivo ho acquisito anche esperienza nelle tecniche di ripresa e di montaggio video, che mi hanno permesso di realizzare servizi, videoclip e spot pubblicitari visibili sulla mia pagina youtube. Come art promoter seguo alcune gallerie d'arte e collaboro con alcuni istituti scolastici in qualità di esperta esterna per i Laboratori di giornalismo. Nel 2009 ho vinto il premio giornalistico Città di Salerno.

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