Il buonumore vien mangiando!

Il buonumore vien mangiando!

Marcellino Monda*

Marcellino Monda– Il cibo non è solo necessario come carburante metabolico per l’organismo: è sempre più evidente che esiste un’associazione tra gli alimenti e le funzioni cerebrali che regolano il tono dell’umore.

Il triptofano rappresenta un elemento chiave per il funzionamento del cervello: è il precursore della serotonina, il neuro-trasmettitore del buonumore. Nelle condizioni cliniche di infiammazione cronica, anche di basso grado come per l’obesità, i livelli di triptofano sono più bassi a causa del suo elevato catabolismo. Queste condizioni si associano spesso a riduzione del tono dell’umore. Studi epidemiologici evidenziano che gli alimenti tipici delle diete mediterranee sono associati a un effetto positivo sul tono dell’umore, a differenza di quanto avviene con alimenti tipici delle diete continentali. Altri studi rivelano che diversi antiossidanti, come i polifenoli e le vitamine, riducono il catabolismo del triptofano e di conseguenza fanno aumentare il livello di serotonina.

Dunque, un’alimentazione con molta frutta e verdura e con quantità giuste di olio extravergine d’oliva (attenzione all’alto potere calorico!) può “mettere di buonumore”, riducendo non solo il peso corporeo, ma anche il grado di infiammazione cronica, molto dannosa nel lungo periodo, come dimostrato da una miriade di studi, compresi quelli condotti nei laboratori del Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università degli Studi della Campania.

Quindi, non solo diete ricche di triptofano (presente in cereali, legumi, carne, pesce, latte e derivati), ma anche quelle ricche di antiossidanti (frutta e verdura) possono avere un impatto positivo sull’umore, riducendo il catabolismo del triptofano stesso. Anche il cacao, il tè e il caffè (tanto legato alla tradizione napoletana e, in generale, campana) sono ricchi di composti polifenolici e modulano positivamente il tono dell’umore. Allora non si può rinunciare a “na’ tazzulella e’ cafè”, che fa sentire bene già per il suo profumo.

A proposito di olfatto, i recettori olfattivi sono collegati al vecchio cervello, che è rappresentato dal sistema limbico, essenziale per le emozioni e la memoria: il ricordo dei sapori non passa dalla bocca, ma dal naso. Profumi di cibi, piacevoli per esperienze positive pregresse, mettono di buonumore prima ancora di iniziare a mangiare: l’odore del ragù domenicale che pervade tutta la cucina (e non solo) rappresenta l’esempio più eclatante. Tra l’altro il licopene del pomodoro cotto possiede una notevole proprietà antiossidante. Allora non resta che sperimentare il buonumore derivante dai profumi e dai sapori di una sana alimentazione.

 * Professore ordinario di Fisiologia e direttore del reparto di Dietetica e Medicina dello Sport dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

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Maria Beatrice Crisci
Maria Beatrice Crisci 10221 posts

Mi occupo di comunicazione, uffici stampa e pubbliche relazioni, in particolare per i rapporti con le testate giornalistiche (carta stampata, tv, radio e web).Sono giornalista professionista, responsabile della comunicazione per l'Ordine dei Commercialisti e l'Ordine dei Medici di Caserta. Collaboratrice de Il Mattino. Ho seguito come addetto stampa numerose manifestazioni e rassegne di livello nazionale e territoriale. Inoltre, mi piace sottolineare la mia esperienza, più che ventennale, nel mondo dell'informazione televisiva, come responsabile della redazione giornalistica di TelePrima, speaker e autrice di diversi programmi. Grazie al lavoro televisivo ho acquisito anche esperienza nelle tecniche di ripresa e di montaggio video, che mi hanno permesso di realizzare servizi, videoclip e spot pubblicitari visibili sulla mia pagina youtube. Come art promoter seguo alcune gallerie d'arte e collaboro con alcuni istituti scolastici in qualità di esperta esterna per i Laboratori di giornalismo. Nel 2009 ho vinto il premio giornalistico Città di Salerno.

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