Il Capodanno nel mondo, riti e tradizioni per una festa globale
Tiziana Barrella / Eleana Zaza
– Il 31 dicembre si celebra San Silvestro, trentatreesimo vescovo di Roma, papa della chiesa cattolica romana e patrono dei muratori e dei tagliapietre. In quasi tutto il mondo si festeggia il passaggio dal vecchio al nuovo anno. Il nostro capodanno coincide con l’ultimo giorno del calendario gregoriano, ma non tutti i calendari utilizzano la stessa modalità di calcolo, in ogni paese infatti, ci sono diverse usanze e si contano almeno 15 tipi di modi diversi di festeggiare il capodanno che variano in base al periodo dell’anno in cui si celebra, in base alle tradizioni perpetrate o all’estensione temporale della festa.
Capodanno nel mondo
Il capodanno nigeriano (1 gennaio); in Sud Africa si festeggia il “secondo capodanno (2 gennaio) capodanno ortodosso (14 gennaio) cinese (tra il 21 gennaio e 20 febbraio) con celebrazioni che durano sette giorni; capodanno koreano (4 febbraio); capodanno iraniano (20/21 marzo); indonesiano (coincide con l’equinozio di primavera) capodanno assiro (1 aprile); cambogiano e thailandese (13- 15 aprile) capodanno nello Sri Lanka (14-15 aprile); capodanno indiano (Diwali o festa della luce, tra metà ottobre e metà novembre, quest’anno si è celebrata il 14 novembre ) capodanno islamico (22 settembre) ; capodanno in Etiopia (11 settembre); capodanno ebraico ( ra il 29 settembre e il 1 ottobre); capodanno aborigeno (30 ottobre).
Tutti diversi fra loro, per giorni, cultura e tradizioni ma in ogni caso miranti ugualmente ad abbandonare ciò che è vecchio ed ad auspicare per l’ anno che arriva, eventi migliori.
Capodanno nell’antica Roma
L’origine del Capodanno sembrerebbe risalire alla festa celebrata per l’antico dio romano Giano. La mezzanotte solitamente segna il momento di passaggio da un anno all’altro, ma non è sempre stato così: anticamente infatti, ai tempi dei nostri avi della Roma antica, l’alba del primo ianuarius, gennaio, era il giorno preposto ai festeggiamenti. Giano, una importante divinità della religione latina, residente secondo le antiche tradizioni sul colle del Gianicolo viene detto anche Bifronte, poiché raffigurato con due volti guardanti esattamente nei due lati opposti. E’ il dio che può guardare nel futuro e nel passato, nell’entrata e nell’uscita, nell’interno e nell’esterno (Giano Quadrifronte è invece colui che ha quattro facce rivolte ai quattro punti cardinali) nel passaggio da un anno all’altro. A Giano, guardiano a cui nulla sfugge e signore delle calende, era dedicato quindi il primo gennaio e la festa del dio si celebrava all’alba, quando avveniva il passaggio dall’anno vecchio a quello nuovo, ed era proprio in tal momento che veniva offerta alla divinità una focaccia al miele cosparsa di foglie di ginepro (ianual) al fine di augurarsi un anno dolce come il miele ed abbondante.
I romani annoverano il capodanno nei dies fasti: un giorno positivo in cui scambiarsi doni. L’informazione che già in epoca romana vi fossero ricchi festeggiamenti per il passaggio da un anno, è stata trasmessa ai giorni nostro dall’autore latino Lucio Giunio Moderato Columella. Egli narra di come già all’epoca vi fosse l’usanza di imbastire banchetti beneaugurali come buon auspicio per abbondanti raccolti. Inoltre, la tradizionale deposizione degli attrezzi agricoli rotti in appositi siti (riti agresti dei compitalia) e la “benedizione” di quelli invece utilizzabili, si associava all’usanza di gettare una manciata di grano e un boccale di vino nel focolare domestico o nei pubblici falò per propiziarsi una buona annata invocando Giano e Cerere.
La presenza di feste pagane propiziatorie per l’ingresso del nuovo anno, viene trasmessa anche dal fatto che, con l’avvento della religione monoteista giunta dalla Palestina e che si impose come religione dominante, furono vietati tutti i festeggiamenti e banchetti; solo nel 389 infatti, un editto dell’imperatore Teodosio, ufficializzò il capodanno come festa imperiale nonostante i divieti e la proibizione di celebrare culti pagani.
Molti Paesi molte usanze
In Inghilterra c’è l’usanza di saltare all’interno di cerchi creati con le candele; in Spagna, si indossa un anello nuovo come portafortuna; in Germania ci si maschera girando per le strade; in Grecia si serve in tavola una speciale torta (di San Basilio) dove all’interno viene inserita una monetina che porterà fortuna a chi la ritroverà nel suo piatto; in Russia vengono scritti dei desideri su biglietti di carta che poi verranno bruciati; in Danimarca si salta giù da una sedia allo scoccare del nuovo anno.
Fuochi D’artificio: rappresentano indubbiamente un momento di festa accolto piacevolmente da tutti, sebbene in passato, avessero una funzione tipica: il rumore serviva a scacciare gli spiriti cattivi e le forze del male che si scatenano nel momento di passaggio dal vecchio al nuovo anno! Prima della diffusione dei fuochi d’artificio, comparsi per la prima volta in Cina nel 900 d.C. grazie agli studi alchemici di monaci buddisti, (ma arrivati in Europa solo intorno alla metà del XIII sec.) in alcune città vi era l’usanza di fare molto rumore, correndo per strada suonando campanacci o avvalendosi di altri oggetti, per scacciare tutti gli spiriti maligni, turbati dal fracasso. L’esigenza però di una sonorità piuttosto elevata volta all’allontanamento delle presenze malvage, via via lasciò spazio al piacere per la vista di veri e propri spettacoli pirotecnici fatti anche di luci e colori oltre che di suoni. Il ricordo dell’allontanamento di presenze oscure con metodi piuttosto semplici e “ domestici” con il tempo quindi è divenuto sempre più lontano fino ad arrivare ai giorni nostri, dove quasi si è persa completamente la conoscenza dell’origine dell’usanza.
Le Lenticchie: efficacissime come portafortuna: più se ne mangiano a capodanno più ricchi si può diventare! Pare che nel passato fosse di buon auspicio regalare il 31 dicembre ad una persona cara un portamonete pieno di lenticchie: ognuna di essa si sarebbe potuta trasformare in una moneta!
Uva e Melograno: il consumo di uva a capodanno, usanza importata dalla Spagna, coincide simbolicamente al consumo di lenticchie. L’uva è un simbolo di ricchezza, fortuna e abbondanza, ma secondo la tradizione, affinchè si possano ottenere gli sperati effetti benevoli, bisognerebbe rispettare qualche semplice regola: mangiare almeno dodici chicchi del dolce frutto (come i mesi dell’anno o come le ore sul quadrante di un orologio), ma purchè si riesca a tenerli in bocca tutti insieme o consumare velocemente un chicco per ogni rintocco dell’orologio o di una campana! Il melograno invece è simbolo di fedeltà e fecondità, mangiarlo nell’ultima notte dell’anno, magari con il proprio compagno, fidanzato o marito è di buon auspicio per augurare alla coppia devozione reciproca e prosperità.
Intimo Rosso: il rosso è il colore del fuoco, del sangue, del potere. Era il colore usato dai re, dai nobili e dai ricchi; un colore che allude alla vittoria sul male, una protezione ultraterrena secondo le leggende di alcuni popoli europei. In alcune tradizioni induiste indossare un filo rosso aiuta a difendersi da forze nefaste; in natura il corallo rosso è un ottimo portafortuna. L’usanza di indossare biancheria intima di tal colore è quindi un modo per augurarsi un anno regale, schermato dalla sfortuna e pieno di ricchezza, l’importante è che tutto venga indossato una volta sola e cestinato per sempre al fine di canalizzare ritualisticamente tutte le energie congeste sulla biancheria come una sorta di calamita. Ma perché proprio la biancheria intima? Perché ogni rituale che si rispetti ha più forza se rimane segreto e conosciuto solo alla persona che lo sta compiendo e tecnicamente.
Gettare le cose vecchie: abbandonare ed eliminare ciò che inutilizzato, improduttivo e che si accumula senza produrre una reale utilità, certamente non può che essere l’emblema di un inizio di un nuovo anno migliore. Simbolicamente, caricarsi di ciò che potenzialmente non ci occorre, ci appesantisce al pari di una catena al piede; viaggiare leggeri e con poco bagaglio ci aiuta maggiormente a gustarci il viaggio, ergo, buttare le cose vecchie proprio la notte di capodanno è fortemente rappresentativo emotivamente: è la liberazione dal vecchio per approdare al nuovo privi di carichi inutili e superflui. Questa usanza è molto diffusa soprattutto nelle città di Roma e Napoli anche se era forse più sentita nei tempi trascorsi.
Il vischio: è uno dei più pittoreschi ed efficaci talismani per la casa. Durante le feste natalizie, è molto diffusa l’usanza di appendere sulla porta d’ingresso un ramo di vischio fresco, chiunque passerà sotto il ramoscello posizionato per l’occorrenza, avrà fortuna per l’intero anno e tanto amore nel caso siano due innamorati a passarvi sotto. Il vischio simboleggia rigenerazione, fortuna, salute, ricchezza, prosperità. Gli antichi druidi utilizzavano i potenti prodigi curativi associati a questa pianta che cresce solitamente sui tronche altre piante ospitanti (spesso sulla quercia) e per questo, era considerato il ramo d’oro degli antichi sacerdoti celti. Ma attenzione a non gettare mai, per nessun motivo durante la notte di capodanno un vecchio ramo di vischio senza averne prima messo uno nuovo al suo posto; il vischio vecchio non va gettato, ma lasciato ardere nel camino o nel braciere.
Consigli e curiosità:
Consigli del Feng Shui: per il feng shui (arte geomantica cinese utile per arredare o posizionare gli oggetti nella propria casa in armonia con le energie della natura), è consigliato posizionarsi, per il consueto brindisi beneaugurale, nella stanza più ad est della casa, o voltandosi verso est allo scoccare della mezzanotte (nella direzione del sorgere del sole); indossare qualcosa di verde o scambiandosi insieme agli auguri un rametto di abete o agrifoglio che ha le foglie verdi e le bacche rosse. Il feng shui consiglia niente spine perché sono come delle piccole “frecce segrete”. I colori preferibili da indossare per la sera di capodanno sono il verde il rosso anche il bianco, il nero e l’oro che richiama il sole; da scartare le tinte argentee o accessori metallici. Battere le mani e far risuonare pendagli di ceramica, cristallo o legno elimina le energie congeste.
Tutto il mese di gennaio può essere considerato come una sorta di “seme” piantato per il nuovo anno, in cui alcuni semplici gesti rituali, come portare un nastro verde al polso o una collana dello stesso colore o di legno al collo, possono fungere da veri e propri catalizzatori di energie positive. Il colore verde e il legno sono fra i simboli di uno dei 5 elementi perni fondamentali della tradizione filosofica cinese, e coincidenti con la rinascita.
Nella tradizione, al risveglio nel primo giorno del nuovo anno, uscire di casa con del danaro in tasca è un auspicio per il buon inizio; così come altrettanto decisamente fortunoso è incontrare un anziano o un gobbo: l’anziano è sinonimo di una vita longeva, il gobbo di fortuna (e si badi bene, non una “gobba”). In alcune parti d’Italia è fortunato chi incrocia una persona del sesso opposto non appena usciti da casa (i conviventi sono esclusi, ovviamente) o un monaco, davvero di ottimo auspicio.
Un’usanza cristiana è cantare la sera di San Silvestro il Te Deum, un inno liturgico in prosa latina, come ringraziamento per la buona riuscita di qualcosa che ci stava a cuore.
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