Il critico Agnisola. La sua lettera-appello alla comunità artistica
-Un appello alla comunità artistica del territorio. A farlo è il critico d’arte Giorgio Agnisola. Il messaggio diffuso da Agnisola dal suo profilo facebook è stato rapidamente condiviso, e non ha lasciato indifferente. Il suo appello, ripreso anche dal giornalista Enzo Battarra su Il Mattino di oggi, è rivolto non solo agli artisti, ma anche a tutti coloro che operano nelle arti visive, nella musica, nella letteratura, nel teatro e nel cinema. Cosa chiede Agnisola? Ecco alcuni passaggi della sua lettera-appello. «Credo – scrive Agnisola – che di fronte ai problemi che investono oggi come nubi minacciose il nostro pianeta gli artisti non possano restare insensibili. Credo che sia urgente una loro maggiore presenza, una loro testimonianza. Ciò che contraddistingue la vocazione artistica, prima di ogni altra cosa, è la libertà dell’espressione, riguardo allo stile, ai mezzi, ai contenuti della propria opera. Ma tale libertà si lega alla verità d’essere uomini, di essere nel mondo e guardare alla vita con la propria identità, col proprio sguardo, con la propria sensibilità, con la propria cultura, col proprio credo, con la propria civiltà». E ancora: «Molti sono i temi della vita odierna che preoccupano, da quello dell’ambiente, certamente tra i più urgenti, e dei conseguenti inquinamenti di varia natura, a quello delle disparità economiche e sociali e civili, tra popoli e popoli, a quelli connessi con la riduzione progressiva delle risorse nel nostro pianeta, a quello, recente, e drammatico, della pandemia. Ora le arti (dalle arti visive alla musica, alla poesia, al teatro, al cinema, alla danza, alle arti tutte) sono la testimonianza di una meravigliosa capacità dell’uomo di esprimersi e comunicare. Fin dalla preistoria hanno segnato, nei più diversi modi e contesti e nei più concreti utilizzi, il cammino dell’uomo verso la partecipazione e l’interiorità. Nel segno della comune umanità, le arti possono essere un’occasione straordinaria di incontro e di dialogo, al di là delle differenze e delle distanze culturali, sociali, ideologiche, perché di fronte alle opere l’uomo si scopre simile agli altri uomini, condividendo emozioni, idee, immaginazioni, sogni. L’artista è colui che col suo linguaggio è capace di trasfigurare la vita, pur restando ancorato ad essa».
Quindi, l’appello «agli artisti a farsi carico di questa responsabilità. Non si tratta tanto o almeno solo di assumere temi, argomentazioni, problematiche a soggetto della loro opera. Si tratta innanzitutto di formare la sensibilità e lo sguardo, di far sì che quei temi, quelle argomentazioni vivano nel loro profondo, di tenerli presente come ambiti di una necessaria e personale crescita umana e artistica. Agli artisti più che mai oggi si chiede di dare voci, immagini, suoni alle nostre speranze e ai nostri sogni, di essere protagonisti del futuro della nostra vita e della nostra storia».
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