Il linguaggio del corpo, l’ansia ha i suoi gesti e le sue posizioni

Il linguaggio del corpo, l’ansia ha i suoi gesti e le sue posizioni

Tiziana Barrella

– L’ansia è una condizione di allerta dell’organismo che si manifesta attraverso sintomatologie ben precise e molto vicine alla paura. È una condizione largamente diffusa che può essere scatenata o da circostanze esterne che “costringono” a uno stato di maggiore allerta (si pensi a quando ad esempio si deve sostenere un esame) o può essere letta come una complicanza non giustificata o comunque sproporzionata rispetto al momento che si sta vivendo e quindi divenire un vero e proprio disturbo.

Non esistono emozioni positive o negative come oramai  noto, tutto è assolutamente perfettamente calibrato nel nostro organismo e finalizzato a divenire una vera e propria risorsa volta a preservarci o ad avere una performance migliore. Essere in ansia per via di un progetto imminente e in cui vogliamo mostrare le nostre qualità migliori, può aiutarci a curare meglio ed investire nella nostra preparazione, ma vivere uno stato costante d’ansia privo di una giustificazione è davvero molto diverso! Quando le emozioni non hanno un evento scatenate esterno è certamente un bene interrogarsi su cosa possa aver alterato le nostre percezioni.

I segnali emessi dal corpo, che esprime attraverso il suo speciale modo di comunicare un disagio, sono diversi; in una situazione di particolare imbarazzo o di difficoltà molti sono i segnali automatici ed incontrollabili, rossore, modifica del timbro vocale, lapsus lingua, una accelerazione del battito cardiaco, una  sensazione di mancanza di respiro che ci induce talvolta a prendere delle grosse boccate d’aria, dolore al petto, mal di testa, secchezza delle fauci o ipersalivazione, sudorazione improvvisa, vampate di calore, disturbi addominali.

Fra i gesti dell’ansia  nella CNV emergono alcuni segnali tipici oltre a quelli appena annoverati e che attengono al sistema nervoso autonomo. Alcuni  soggetti durante un colloquio, pongono ad esempio i palmi delle mani all’insù con le dita non rigide e lievemente piegate, segnale a volte confondibile con il tipico gesto dell’ accoglienza che,  contrariamente all’ipotesi già osservata e unitamente ad altri elementi, mostra invece con grande probabilità  imbarazzo. Inconsapevolmente il soggetto chiede una conferma positiva  delle sue affermazioni, o in alternativa è  disposta ad accettare ogni consiglio utile ma non sempre per un grande senso di umiltà o facilità nell’accogliere i suggerimenti altrui. Talvolta infatti  uno stato d’ ansia può essere generato anche quando non si è in perfetta sintonia con un soggetto che in qualche modo è legato a noi da livelli di grado gerarchico superiore (un datore di lavoro) o di ruolo (genitore, fratello o sorella maggiore ecc.).

Quando non c’è una affinità con ciò che l’altro esprime e che potenzialmente ad avviso del soggetto agente quanto detto non si può contrastare per diversi motivi, lo stato emotivo di disagio potrà manifestarsi anche attraverso un gesto automanipolativo come il grattarsi con l’indice il collo. Pensiamo ad esempio a quando il proprio datore di lavoro mette in crisi una strategia di vendita o di esposizione del prodotto promozionato che abbiamo adottato da tempo poiché ci sembra valida; certamente non sarà affatto facile accettare la critica e il timore reverenziale di contrastare il nostro superiore, potrebbe far insorgere  uno stato d’ansia e quindi  un relativo gesto automanipolatore.

E’ interessante sapere come l’indice (utilizzato in questo caso per il gesto di autocontatto) in talune tradizioni culturali  viene identificato come il dito dell’ ”ego” e nello sgranare le perle di un rosario quando si recita una preghiera, non è opportuno utilizzarlo proprio in virtù di questo collegamento.

Anche aggiustare il polsino della camicia indica il tentativo di mascherare un imbarazzo o ansia;  anche tale gesto potrebbe indicare una difficoltà o non volontà di esprimere un proprio giudizio.

Aggiustare la cravatta o sistemare il proprio abbigliamento, pur senza un evidente bisogno di farlo, mettere le mani in tasca rientra nei gesti auto-manipolatori  che tendono a rafforzare il coraggio, l ’autostima   in ogni caso, a distogliere l’attenzione da ciò che si dice. 

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Tiziana Barrella
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Avvocato del Foro di Santa Maria Capua Vetere. Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Giuridico Italiano. Segue numerose attività formative per alcune Università italiane. Svolge docenza e formazione per enti pubblici, privati e università. Profiler e studiosa di criminologia e psicologia comportamentale, nonché specializzata già da anni, nello studio della comunicazione non verbale e del linguaggio del corpo, con una particolare attenzione rivolta al significato in chiave criminologica delle azioni eterolesive ed autolesive, necessarie per la redazione di un profiling.

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