Il Made in Italy si tinge di rosa, lo dice una indagine della Cna
-Nel nostro Paese crescono le imprese in rosa. Le donne imprenditrici sono il 26,8% del complesso di titolari, amministratori e soci d’impresa. Ad affermarlo è un’indagine della CNA. Le donne, al giorno d’oggi, non svolgono una funzione ausiliaria ma sono responsabili in prima persona dello sviluppo del progetto imprenditoriale in qualità di titolari e/o di amministratrici. I settori in cui le donne imprenditrici operano principalmente sono i servizi e soprattutto, i servizi alla persona. La presenza femminile è sicuramente rilevante nell’abbigliamento nel quale il 44,7% dei ruoli imprenditoriali è ricoperto da donne, nel tessile e nella pelletteria. Anche al di fuori della filiera dell’abbigliamento la presenza femminile si fa onore: è il caso del comparto alimentare e di gioielli e accessori. Insomma, il Made in Italy si tinge di rosa proprio nelle sue produzioni universalmente riconosciute di alta qualità e di più incisiva attrazione nel mercato globale. Il ruolo delle donne ai più alti livelli decisionali è cresciuto proprio nell’ultimo decennio, mentre le crisi di varia natura colpiva l’Italia. Tra il 2014 e il 2021 i ruoli apicali “in rosa” sono aumentati di circa 63mila unità. A livello territoriale, i tassi di imprenditorialità femminile più consistenti si registrano nelle regioni del Centro e del Nord-Ovest del nostro Paese. L’occupazione femminile risulta, però, sempre in retromarcia a causa della contrazione di settori lavorativi a maggiore presenza femminile (dal turismo alla moda, dai servizi alla persona allo spettacolo) e a causa del maggior impegno casalingo richiesto alle donne nel periodo del confinamento e in genere della pandemia. Inoltre, non aiuta la differenza di retribuzione ancora diffusa: nel settore privato la retribuzione oraria dei dipendenti uomini supera quella delle donne di 7,2 punti percentuali. Le grandi imprese sono responsabili di discriminazioni al livello retributivo più delle piccole imprese, infatti, se nelle grandi imprese la retribuzione maschile è in media superiore di 17,2 punti a quella femminile, nelle piccole imprese il divario quasi si annulla calando all’1,8%. L’imprenditoria permette, quindi, alle donne di raggiungere una piena realizzazione personale e di ricoprire ruoli di responsabilità. Essa è un vero e proprio ascensore sociale in grado di consentire alle donne di esprimere al meglio il loro potenziale, conciliando il lavoro con la vita privata. il percorso che porta alla piena parità di genere, e alla completa partecipazione delle donne al mercato del lavoro, non può dirsi ancora completato. Per promuovere l’auto-imprenditorialità rosa sono necessari interventi ben calibrati: l’assegno unico universale per i figli a carico e le misure previste dal Pnrr sono un primo importante passo per l’eliminazione di qualsivoglia disparità di genere.
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