Il mio nome è Aoise, il libro di Marta Correggia al Cidis
-Al Cidis di Caserta, venerdì 28 ottobre alle ore 17, la presentazione del libro ‘Il mio nome è Aoise’, opera prima della giudice Marta Correggia. Dialogheranno con l’autrice, la professoressa Daniela Borrelli, docente del liceo classico Giannone, don Stefano Giaquinto, parroco della chiesa di San Michele Arcangelo a Casagiove e Irma Halili del Cidis. A moderare i lavori la giornalista del Mattino, Marilù Musto. L’iniziativa, organizzata dal Cidis e da Le Piazze del Sapere in collaborazione con il comitato Città Viva e il centro sociale ex Canapificio, si inserisce nell’ambito di un calendario di eventi finalizzati alla promozione della cultura come fattore di integrazione e coesione sociale. Marta Correggia è un magistrato della Procura di Santa Maria Capua Vetere che si occupa di sfruttamento della prostituzione. Nella sua carriera è entrata in contatto con tante Aoise che hanno ispirato questo romanzo che svela gli orrori delle Connection House, dei riti sciamanici, delle drammatiche condizioni di vita di centinaia di giovani donne attratte con l’inganno in una rete senza scampo. Il libro, che si avvale della prefazione di padre Alex Zanotelli, è ambientato in parte a Castel Volturno e sul litorale domitio. La scrittrice descrive il suo libro così: «Un romanzo sull’orrore della prostituzione e sullo sfruttamento degli esseri umani, sul coraggio, sul potere della resilienza e la forza dell’amicizia, perché “pretty woman” resta una favola, mentre la realtà è sporca e crudele». Il libro narra la storia di Aoise, una ragazza di diciassette anni che parte dal suo villaggio in Nigeria per raggiungere l’Italia, certa di fare la parrucchiera e di andare incontro a una vita migliore per sé e i suoi cari. Prima di lasciare la sua famiglia viene sottoposta al giuramento ju-ju, impegnandosi a ripagare un debito che lì per lì non sembra impossibile, stringendo di fatto un patto col diavolo. Una volta giunta scoprirà di essere destinata al mercato della prostituzione a Castel Volturno all’interno di una Connection House, dove avrà un “battesimo” di violenza. Da quel momento non le resterà più nulla, neanche il suo nome. Ma in quell’inferno, inaspettatamente, troverà l’amore e nasceranno affetti profondi, sentimenti di amicizia e complicità fra donne. Donne come lei, ognuna con un nome e una storia da raccontare
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