Il Natale dopo il Natale! Gli ortodossi festeggiano il 7 gennaio
– Sembrerà strano, ma dopo l’Epifania tornerà a essere Natale; non per i cristiani fedeli della chiesa di Roma, bensì per gli ortodossi, cioè i credenti di nazionalità russa o ucraina, di cui esistono copiose comunità in tutta la Campania, così come nel resto d’Italia e del mondo.
Secondo il Calendario Giuliano, adottato dalla chiesa russa, la nascita di Gesù non cade il 25 di dicembre, ma il 7 di gennaio e con essa hanno inizio anche le corrispondenti festività che si concludono, poi, il 13 dello stesso mese.
Per i russi il Natale è la “Nascita di Cristo” e la sua celebrazione è ritornata in essere dopo la caduta dell’Unione Sovietica. Durante il lungo periodo di regime comunista, tale festività assunse una dimensione fortemente laica. Ai russi, nonostante le celebrazioni del Natale risalissero al X secolo, era possibile soltanto addobbare il proprio albero e al massimo assistere alle funzioni religiose previste per l’occasione.
I tantissimi immigrati dei paesi dell’Est che attualmente vivono in Terra di Lavoro ancora rispettano i tradizionali usi e i costumi dell’ortodossa solennità natalizia e, al riguardo, osservano tutti i precetti inclusi nei vari rituali: sia quelli sacri che quelli enogastronomici.
Le diocesi locali, già tempo fa, sono andate incontro alle esigenze spirituali dei cristiani dell’est Europa, prestando loro alcune parrocchie per farvi officiare le messe secondo il proprio rito.
A Caserta, ad esempio, i loro incontri si hanno presso la Chiesa di San Giovanni, posta affianco alla Cattedrale, mentre a Capua le loro funzioni si svolgono all’interno del medievale sacello di San Marcello. All’occorrenza, tali luoghi di culto vengono dotati di apposite iconostasi e di altri particolari apparati liturgici.
La loro tradizione natalizia prevede, inoltre, che nei quaranta giorni che precedono la Natività si osservi un periodo di digiuno dalle pietanze a base di carne o latte. L’astinenza totale viene, invece, rispettata nel giorno della vigilia. Contestualmente, in chiesa ha luogo la “processione della Croce”, durante la quale i sacerdoti e i fedeli portano in giro una candela intonando canti natalizi. Per il pranzo del giorno di festa si preparano, poi, ben 12 portate, riferite al numero degli apostoli, e il brindisi è tenuto dal capofamiglia che pronuncia le parole “Cristo è nato”, cui i commensali rispondono “Glorifichiamo”.
Luigi Fusco – Docente di italiano e storia presso gli Istituti Superiori di Secondo Grado, già storico e critico d’arte e guida turistica regione Campania. Giornalista pubblicista e autore di diversi volumi, saggi ed articoli dedicati ai beni culturali, alla storia del territorio campano e alle arti contemporanee. Affascinato dal bello e dal singolare estetico, poiché è dal particolare che si comprende la grandezza di un’opera d’arte.
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