Il Negozio di Altalene va in scena al Piccolo Cts di Caserta
Pietro Battarra
– Il Piccolo Teatro Cts di Caserta, (via Louis Pasteur 6 zona Centurano) diretto da Angelo Bove, ospita il prossimo fine settimana lo spettacolo “Il Negozio di Altalene” presentato dalla compagnia teatrale Teatro Lux di Pisa per la regia di Alberto Ierardi. L’appuntamento è per sabato 3 febbraio ore 20,30 e domenica 4 febbraio ore 18,30. In scena Luca Oldani anche nelle vesti di autore e Berardo Sommani alla chitarra.
Ecco alcune considerazioni su questa pièce dell’autore/attore Luca Oldani: Avete mai pensato di vivere in altalena? E di viaggiare in altalena? Sicuramente occupa meno spazio di una casa, o di una macchina, un treno, un aereo, ma ha un problema: rimani sempre fermo. Non ti sposti, resti comunque nello stesso posto. Marco Polo, alla fine dei suoi viaggi apre un’agenzia, dove racconta quando da bambino è riuscito a viaggiare senza mai spostarsi. Ispirato a “Le città Invisibili” di Italo Calvino, “Il Milione” di Marco Polo, “Se Venezia Muore” di Salvatore Settis, “Fondamenta degli Incurabili” di Iosif Brodskij, e “Morte a Venezia” di Thomas Mann, questo spettacolo è un inno al viaggio immaginario, al viaggio più grande che possiamo fare e anche il più difficile; il viaggio dentro di noi. Un avanti e indietro continuo, supportato e amplificato da un repertorio di canzoni popolari che vanno dal 1940 al 1970. Attraverso cosa? La memoria, la più grande altalena mai costruita. Perché “i ricordi rimangono, e il restare non ha dove”. Lo spettacolo gode anche della ricca collaborazione dell’associazione “120grammi”, associazione pisana composta da giovani architetti pisani, nata per promuovere l’architettura e le iniziative per la salvaguardia dell’architettura e per un urbanistica responsabile. Gli architetti di 120grammi, letto il testo, si sono offerti con entusiasmo di progettare assieme alla compagnia teatrale, le scenografie dello spettacolo, partendo dall’idea di un parco giochi. Il parco giochi, una metafora perfetta di questa storia. Marco Polo viaggia rimanendo fermo, senza spostarsi, e cosa meglio di una giostra, un arrampicata (ispirata all’abitacolo di Bruno Munari), un’altalena, può esprimere questo concetto? Il parco giochi come viaggio statico ma immaginario, infinito e senza costi. Credo sia importante, in questo periodo storico parlare di viaggio e di città. In un epoca e in una società che ci “obbliga” ad abbandonare la nostra terra, in un tempo in cui vivere la città è sempre più pericoloso, sempre più privo di progetti culturali, sociali e architettonici, con questo lavoro si prova, tramite la poesia, a interrogarsi su come possiamo vivere le nostre città, la nostra condizione ormai nomade, in altro modo. Qual’è il confine tra andare via perché effettivamente non c’è rimasto niente per noi, e la voglia di scappare da una realtà che ci fa paura, da una città e una comunità che forse semplicemente ci chiede delle responsabilità che magari noi giovani non vogliamo prenderci. Marco Polo ci suggerisce di partire da noi, di viaggiare dentro di noi, e poi capire, successivamente, se l’unica soluzione a tutto è la fuga. Il progetto è sostenuto economicamente dall’università di Pisa (UNIPI).
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