Il volto, ecco il nostro primo biglietto da visita
Tiziana Barrella (in copertina dipinti di Ilaria Graziano)
-Il volto è quello che ci consente di attivare una prima forma di riconoscimento e che ci predispone più o meno favorevolmente verso una persona conosciuta per la prima volta; è ciò che ci permette di intuirne la potenziale amichevolezza o pericolosità di un individuo ed è anche quella parte del corpo che contiene il più alto numero di informazioni su ciascuno di noi. Molte espressioni legate al linguaggio comune: “faccia da schiaffi, faccia d’angelo, faccia di bronzo” sono il frutto di una prima forma di valutazione che attiviamo quando conosciamo una persona nuova. La nostra prima opinione, apparentemente priva di cognizione, è quella che solitamente definiamo “a pelle” e che molti ritengono possa mutare anche in senso favorevole quando si approfondisce la conoscenza. In realtà, con il tempo, spesso si razionalizza questo approccio empatico, delineando meglio le motivazioni che ci avevano irrigidito emotivamente nella fase iniziale della nostra conoscenza. Taluni ritengono che esista una sorta di meccanismo di difesa che individua delle nostre caratteristiche “ombra” proiettandole sull’altro: non ci piace dell’altro ciò che paradossalmente è un nostro aspetto amplificato e quindi reso visibile. Talaltri ritengono invece che l’istinto sia una grande guida e per tal motivo sia necessario ascoltare la nostra parte animale, meno consapevole ma più autentica.
il viso, insieme alle mani, è una delle poche parti del corpo scoperte e da cui pertanto poter trarre il più alto numero di informazioni; attraverso i suoi tratti e le sue espressioni siamo in grado di comprendere: razza – sesso – età – intenzioni. Ciò che inizialmente colpisce l’osservatore è l’armonia dei suoi tratti o dei suoi colori; se ne osserva la forma, le proporzioni, la struttura ossea e muscolare, le espressioni, la consistenza del tessuto connettivale ed il colorito, la presenza di zone “piene o vuote”, eruzioni cutanee, peli, segni, cicatrici che raccontano una storia, un trauma o un’emozione compressa e che emerge all’improvviso come ad esempio un tic nervoso, anche il più piccolo neo ci racconta una storia e ci dice un po’ di più del nostro interlocutore! Ma il viaggio nella lettura del volto umano diviene ancor più accattivante se dedichiamo parte della nostra attenzione alle strutture fisse e mobili – ossatura e muscolatura – che potrebbero aver subito lievi o vistose modificazioni nel corso degli anni. Il viso infatti, subisce sensibili alterazioni non solo in virtù della naturale fase evolutiva, ma anche tensione, stress, traumi, forti emozioni, modificano i tratti somatici indurendoli, ammorbidendoli, trasformando le originarie fattezze.Insomma, la nostra vita incide in modo interessante sulla faccia che ci ritroviamo!
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